Un tempo, i cantastorie giapponesi portavano di città in città le loro letture animate in una serie di teatrini di carta. Il kamishibai – che ebbe una impennata nelle strade polverose durante gli anni Trenta del secolo scorso – consisteva in una valigetta di legno che si apriva e dentro c’erano alcune tavole illustrate con dietro il testo scritto. Si facevano sfilare e il pubblico, posto di fronte, seguiva il racconto grazie alle immagini mentre, sistematosi dietro quella scatola magica, il narratore leggeva a voce alta fiabe e leggende. La semplice tecnica – a metà fra il teatro e il cinema delle lanterne magiche – era nata nei templi buddisti intorno al XII secolo: con quello srotolarsi degli eventi – un po’ come accadeva negli affreschi medievali – si potevano comunicare, facilmente, alla popolazione analfabeta gli insegnamenti del Buddha.

Ora, nella ripresa delle attività editoriali post pandemia, Corraini manda in libreria tre favole rivisitate dall’artista Yocci in un prezioso formato «kamishibai» (ognuno, euro 25): Cappuccetto Rosso Archeologico; Momotarò Archeologico (la fiaba del ragazzo della pesca); Tsuru no ongaeshi ornitologico (la fiaba della gratitudine della gru). Nata a Osaka e studi a Bologna, Yoshiko Noda (Yocci) ha già prodotto per Corraini delle affabulatorie tovagliette gastronomiche, in cui descrive, a modo suo, alcune delle principali ricette della tradizione italiana e una giapponese. Per il kamishibai modifica il testo dei «classici»: così la storia conosciutissima da tutti i bambini della gru salvata da una trappola da un boscaiolo devia dalla malinconia che la pervade e cambia rotta, impegnando tutti in un’appassionante ricerca sugli uccelli.

Lenticchia (per Verbavolant, di Claudia Mencaroni con i deliziosi disegni di Luisa Montalto) è invece il poetico albo dedicato alla curiosità inarrestabile che accompagna la crescita. Così la pepatissima protagonista decide un giorno di volare (almeno con l’immaginazione) chiusa nella sua piccola valigia per andare a conoscere «l’altra parte del mondo». Finirà nel paese che profuma di domenica, dove lustrano e regalano i colori e dove incontrerà lo sfrontato mare prima di tornare sulla terra, dopo aver battuto forte i suoi piedi.
Plasmare pianeti paralleli, zeppi di avventure mozzafiato, è una risorsa dell’infanzia. Lo sa fare anche Harold, il bambino che disegna in piena libertà sul bianco le sue giornate: Harold e la matita viola di Crockett Johnson (anche illustratore) uscì negli Stati uniti nel 1955 ma ormai era un libro da catalogarsi tra le rarità editoriali. Torna ora – vent’anni fa era riapparso nei tipi di Einaudi – con l’editore Camelozampa che pubblicherà tutta la serie. Tra i numerosi adattamenti che ne sono stati tratti, esiste anche una serie tv con la voce narrante di Sharon Stone, vincitrice di un Emmy Award.