In Italia le persone in povertà assoluta che non hanno abbastanza cibo, che non possono curare molte malattie non mutuate, che non possono pagare affitti, che non possono pagare le spese scolastiche, sono circa 1.800.000 famiglie, per un totale di 4.700.000 persone.

Il governo ha varato una misura che integra con un assegno mensile il reddito dei poveri, stanziando un miliardo ed ottocento milioni; tutti penseranno «finalmente, era l’ora», ma se andiamo a vedere bene di cosa si tratta ci accorgiamo che di positivo c’è ben poco:

1) tra le famiglie con povertà assoluta verrà effettuata una selezione partendo dal presupposto che per avere il diritto all’assegno variabile da 190 a 490 euro mensili l’ISE annuo non deve superare le 6000 euro. Ad esempio una famiglia di tre persone dovrebbe vivere con meno di 200 al mese a persona;

2) questa «cernita», comporta che l’assegno verrà erogato solo a una esigua minoranza di persone, circa 1.700.000, mentre ne resteranno esclusi altri 3.000.000;

3) ma esiste un altro «inghippo»: del miliardo e ottocento milioni stanziati dal governo, sola la metà è fatta di denaro «fresco», l’altra metà verrà «pagata» dagli stessi poveri tramite il taglio dello stato sociale ed altri sussidi oggi esistenti.

Insomma lo chiamano reddito di inclusione, corrisponde al costo di 3 bombardieri F35 degli 80 comprati dall’Italia per fare un favore agli Usa (e non funzionano nemmeno), mentre in Italia ai poveri va una elemosina di esclusione!