Sono la madre di Cristian, il ragazzo attivista di Greenpeace bloccato sulla nave Arctic sunrise e condotto in un porto russo con gli altri attivisti.

Cristian è un ragazzo che da anni, dai tempi del Liceo, si è occupato della tutela dell’ambiente, ha fatto le battaglie contro il termovalorizzatore di Napoli, quelle per ABC, quelle per la difesa del Vallone di San Rocco sempre a Napoli, contro l’installazione della discarica a Chiaiano, non ha mai creduto di” andare a disturbare quelli che lavorano”, come ho letto tra i commenti di alcuni disinformati, incoscienti, irrispettuosi del dolore dei familiari, su Il mattino on line.

E’ triste pensare che da tutta la vicenda emerga solo la figura di 30 sconsiderati che passano il tempo a dar fastidio ai lavoratori in pezzi di mondo sconosciuti ai più.

Cristian é un biologo che fino al mese di luglio é stato tra il Madagascar e l’India per contrastare forme di pesca illegale, che minacciano specie protette ed il futuro stesso della pesca e, quindi, del Nostro Pianeta. Non è stato nè alle Maldive nè a Ibiza.

Se i tanti giovani di oggi, in crisi di identità, vuoti di qualunque ideale, privi di qualunque scrupolo, drogati di falso apparire, di discoteche alla moda, di vestiti firmati, che si permettono di firmare, anzi no, di siglare commenti squallidi come quello che ho citato ( e come tanti altri letti su altre testate), prestassero un minimo di attenzione a queste vicende, le approfondissero per conoscerne le motivazioni, avremmo una società migliore.

Penso che il dovere della stampa sia anche questo: non solo di perseguire la Verità, ma soprattutto di darle Voce. Per questo motivo, il poco risalto dato a questa vicenda mi sembra ancora più imbarazzante. Se tutti i giovani italiani fossero come Cristian D’alessandro, drogati di belle speranze e di fermi ideali saremmo forse un pò più orgogliosi di essere italiani. Non lasciateli soli.

La madre di Cristian