Mercoledì 25 ottobre, alle ore 10, manifestazione-presidio davanti il Parlamento a Piazza Montecitorio

Il comitato per il giusto risarcimento dell’ingiusta detenzione appoggia la manifestazione. La storia inizia negli anni ’70, ma non è ancora finita. Iniziamo dall’esempio di Giulio che racconta così la sua esperienza: “Sei anni di carcere speciale da giovane, all’età di venti anni, per poi essere assolto in appello e definitivamente in cassazione dall’accusa di ’partecipazione a banda armata (Prima Linea) con funzioni organizzative’, ma mai risarcito per questo errore giudiziario”.

A partire dal 2000 si sono avvicinati fra di loro militanti di sinistra, volontari nel campo della giustizia, giuristi e avvocati, con l’intenzione di permettere a chi ne avesse diritto di avere risarcita almeno in parte la sofferenza subita, ed a coloro la cui assoluzione era giunta prima del 1989, anno di revisione dell’ordinamento penale, di usufruire della retroattività. Il movimento si inserisce nella corrente che vuole diminuire l’impatto degli anni di piombo e dell’escalation nell’uso della violenza, che non va combattuto con ingiustizie ulteriori.

Una proposta di legge a firma Rita Bernardini (Partito Radicale) giunge faticosamente all’approvazione all’interno della finanziaria 2012. Qui sorgono altri problemi: la norma per cui l’assolto non riceverà nulla se le sue frequentazioni o i suoi comportamenti sono da ritenere in contrasto con il “pentimento”.

Su settemila domande annue presentate per risarcimento da ingiusta detenzione, ne vengono accolte al massimo mille e cinquecento. Ora si è giunti, grazie al presentatore Onorevole Gianni Melilla di SEL, ora SI, e agli altri firmatari, alla presentazione del ddl 2871 recante “Modifiche agli articoli 314 e 643 per ingiusta detenzione”.

Ma poiché la politica governa l’economia, temiamo che anche in caso di approvazione ci siano problemi di finanziamento.

La società deve manifestare, e pressare la politica.

Vi invito ad aderire al presidio del 25 ottobre 2017 per il risarcimento dell’ingiusta detenzione.