È morto mercoledì sera a 88 anni il giornalista e scrittore Ettore Masina. Era stato a lungo inviato de Il Giorno e poi del Tg2. Durante il Concilio e il post-Concilio ha partecipato al dibattito della Chiesa coinvolgendosi sulle sorti del Terzo mondo in rivolta. Dopo aver seguito Paolo VI nello storico viaggio in Terra Santa, sconvolto dalla miseria dei palestinesi e incoraggiato dal sacerdote francese Paul Gauthier, nel 1964 fondò e coordinò per 30 anni, l’associazione di solidarietà internazionale Rete Radié Resch (dal nome di una bimba palestinese di Nazareth morta di polmonite).

Dal 1983 al 1992 è stato deputato per la Sinistra Indipendente. Fu anche eletto all’unanimità presidente della Commissione Diritti Umani. Con il suo impegno, fortemente terzomondista, ha guidato delegazioni italiane nei campi profughi palestinesi e in diversi Paesi africani; è stato osservatore nelle elezioni cilene del 1989. Poi presidente dell’Associazione Italia-Vietnam (quando tutti si sono dimenticati del Vietnam), collaborando in quel periodo anche con il manifesto, e dell’Associazione Italia-Sudafrica.

Ha pubblicato decine di saggi, romanzi, biografie, tra cui quella di padre Oscar Romero. E tre volumi autobiografici (Diario di un cattolico errante, Gamberetti, 1997; Il prevalente passato, Rubbettino, 2000; L’airone di Orbetello, Storia e storie di un cattocomunista, Rubbettino, 2005).

Nel ’98 gli è stato attribuita dall’Archivio Disarmo la «Colomba d’oro per la pace».

Alla moglie Clotilde Buraggi e ai i tre figli Emilio, Lucia e Pietro l’abbraccio de il manifesto.

L’ultimo saluto oggi (venerdì 30), alle 12 nella chiesa di San Frumenzio a Roma.