Osservatorio sulla transizione ecologica- PNRR, promosso dalle associazioni Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Laudato Si’, NOstra

Ai segretari di Fim Fiom Uilm, ai siderurgici in sciopero

Care compagne e Cari compagni
Comprendiamo e sosteniamo pienamente le ragioni dello sciopero generale dei siderurgici del 10 novembre, che come avete messo in luce coinvolge un’area complessiva di 60.000 lavoratori e un settore produttivo che potrebbe essere un punto di forza dell’economia nazionale. Mentre, come avete denunciato giustamente, l’Italia sta diventando importatore anziché esportare; degli investimenti che ben tre Ministri avevano preannunciato per fare della siderurgia italiana la più green d’Europa si sono perse le tracce; l’occupazione diventa precaria e senza prospettive adeguate.

Ora l’intervento pubblico, che diventerà maggioritario tra non molto, ha oltre le responsabilità politiche consuete, ad esempio l’elaborazione di un piano nazionale per la siderurgia, anche quella di essere responsabile dei comportamenti degli amministratori che indica nelle aziende. Nulla purtroppo sembra cambiato finora e intanto la concorrenza, spesso rappresentata dagli stessi che hanno gestito finora importanti aziende nazionali, investe e aumenta la produzione altrove.

Restano sul territorio le incompatibilità con la salute delle persone e dell’ambiente che non vengono risolte, o almeno non con la rapidità che l’urgenza delle condizioni imporrebbero. Innovare è necessario, porsi l’obiettivo della compatibilità ambientale è indispensabile, garantire e qualificare l’occupazione è fattore di competitività e crescita dell’economia.

Continuare così porta a rotture nel paese e al declino, dobbiamo tutti impegnarci per costruire un’alternativa credibile e forte, nell’ambito delle misure che il PNRR deve adottare per sostenere il comparto siderurgico nella trasformazione rapida in un settore ecocompatibile e in un’occupazione di qualità.
Non è accettabile che ben 39 progetti di eolico off shore, per ben 17.000 megawatt, siano stati presentati a Terna fino al 31 agosto scorso e che nessuno sia stato approvato in modo da avviarne la costruzione. Inoltre se finalmente si dovesse sbloccare l’installazione effettiva non c’è un piano nazionale di connessione tra la domanda di acciaio che rappresenterebbero e la produzione di acciaio in Italia, a cui andrebbe aggiunto l’indotto per la produzione e l’installazione.

Sbloccare l’eolico off shore è una risposta importante per il decollo delle rinnovabili, per recuperare il tempo perduto del nostro paese, per uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili ed è insieme una risposta importante per il sistema produttivo italiano, per una risposta di occupazione e di qualità.
Per questo riteniamo utile proporvi un incontro di lavoro per vedere come convergere su alcuni obiettivi comuni. L’incontro si potrebbe svolgere in video conferenza.

Di seguito la nota dell’ingegner Aleksei Sorokin che illustra brevemente quanto sopra riportato.

PROGRAMMA NAZIONALE PER L’EOLICO OFFSHORE – OBIETTIVO AL 2030
Potenza eolico offshore installata (nel 2030) 10.000 MW
Produzione di energia elettrica (nel 2030) 30.000 GWh/anno
(circa 10% della produzione nazionale di energia elettrica)
Potenza media singola turbina 14 MW
Numero totale turbine da posizionare nei mari italiani (a 30km dalla costa) 700 turbine
Tipologia installazione su strutture galleggianti ancorate al fondale marino
Peso totale turbine + galleggianti da posizionare entro il 2030 nei mari italiani 7.000.000 t

Ipotesi periodo di realizzazione dal 2024 al 2030 (6 anni)
Installazioni annuali durante periodo 120 turbine/anno
Domanda annuale di acciaio generata dal programma 1.000.000 t/anno
Probabile impatto occupazionale 30.000 posti di lavoro