Di seguito la lettera con cui gli studenti e le studentesse del liceo Terenzio Mamiani di Roma spiegano le ragioni dell’occupazione della scuola iniziata il 10 febbraio 2021.

 

 

Il Mamiani è occupato.

Abbiamo deciso di portare avanti il nostro percorso di mobilitazione riappropriandoci dei nostri spazi e del nostro tempo, di un momento di confronto e socialità che la scuola dovrebbe garantire, per manifestare contro la totale insofferenza delle istituzioni nei confronti delle necessità della scuola e di una generazione, contro l’insufficienza dei provvedimenti presi per farci tornare in sicurezza.

La situazione è insostenibile e la protesta irrimandabile.

La pandemia ha estremizzato e rivelato le contraddizioni di un sistema e di una scuola in crisi da tempo. Una scuola martoriata dai tagli dei fondi e da riforme deleterie, si è rivelata incapace di sostenere una tale emergenza.

Vogliamo iniziare a essere presi in considerazione nelle decisioni che ci riguardano, decisioni che al momento sono state solo nocive per tutte le componenti scolastiche.

SI SVOLGERÀ TUTTO RIGOROSAMENTE NELLE NORME ANTI-COVID, ANCHE APPELLANDOCI AL BUON SENSO DI OGNUNO. SIAMO IN PANDEMIA.

Tra l’altro tutti gli studenti che hanno partecipato hanno fatto tutti un tampone.

Non vogliamo privare nessuno del diritto allo studio siamo qui per difenderlo. Per avere una didattica in presenza duratura e di qualità.

Ribadiamo ancora una volta i provvedimenti concreti che chiediamo:

  1. vogliamo un tavolo di confronto permanente;
  2. che vengano stanziati i fondi necessari nell’istruzione, negli spazi e nei mezzi pubblici;
  3. un incremento reale di questi ultimi;
  4. che vengano instaurati dei presidi sanitari efficienti in ogni scuola;
  5. che vengano sospesi i pcto e agevolata la maturità.
  6. La scuola deve avere la dignità e la centralità nel dibattito che le spettano.

Ma soprattutto manifestiamo affinché il ritorno in sicurezza sia il punto di partenza per riformulare tutte e tutti insieme la nostra idea di scuola.

Una scuola che non sia mero nozionismo, che non sia solo un voto, una lezione frontale, ma una scuola che sia formazione di una persona, di un’identità, che sia confronto, dialogo, creazione di un nuovo sapere.

Il modello attuale non ci rappresenta e tutti insieme dobbiamo radicalmente reinventarlo nei suoi spazi, nei suoi tempi, nei suoi valori e contenuti.

Attraverso incontri con numerosi ospiti parleremo di politica, di musica, di economia, di cinema e di vita. Di fronte alle contraddizioni della società e della scuola, contro l’indifferenza, ci riappropriamo del nostro presente e del nostro futuro.

Ribadiamo che la nostra protesta non è volta assolutamente contro la preside e contro i docenti.

Dobbiamo dimostrare che la socialità non è “movida”, ma è la nostra identità e che è possibile in sicurezza.

Sappiamo che la dad ha già creato un danno irreversibile alla didattica, per questo la nostra protesta non sarà sterile e fine a se stessa. Non siamo qui per saltare scuola. Siamo qui perché vogliamo provvedimenti e risposte.

Siamo orfani di un sogno e siamo pronti a costruirlo.