Egregia Ministra del lavoro Nunzia Catalfo,

la scorsa settimana si è svolta l’assemblea nazionale telematica delle lavoratrici e dei lavoratori di ANPAL Servizi; 150 partecipanti, tre ore di serrata discussione. Un’assemblea importante, non solo per rompere l’isolamento che indubbiamente sta segnando le nostre vite, ma anche per sperimentare nuove forme di democrazia sindacale, utilizzando al meglio le opportunità offerte dalla Rete. È stata importante, poi, perché ha fatto emergere con chiarezza le preoccupazioni dell’intera comunità professionale di cui siamo parte: precari “storici” che lottano da anni, lavoratrici e lavoratori recentemente stabilizzati e dipendenti di lunga data.

Nella più grande crisi dal secondo dopoguerra, che lascerà realisticamente segnali duraturi nell’economia e nella struttura del mercato del lavoro – già pesantemente segnata dalla precedente crisi finanziaria globale, dal peso insostenibile della precarietà e delle diseguaglianze sociali – non è più rimandabile una collocazione strategica chiara di ANPAL Servizi. Nella lettera che Le abbiamo inviato lo scorso 28 marzo, manifestavamo la nostra piena adesione alle iniziative che ancora in queste ore chiedono un potenziamento degli istituti assicurativi di integrazione salariale, insieme a una forte estensione della platea dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza, un consistente aumento del trasferimento economico e la sospensione dei meccanismi di condizionalità al lavoro e dei regimi sanzionatori, che in questo momento apparirebbero solo come un pericoloso accanimento sociale. Se limitiamo lo sguardo all’Europa, Egregia Ministra, salta all’occhio che si tratta di un dibattito che sta attraversando quasi tutti gli Stati membri. In attesa delle nuove misure che il Governo assumerà, di cui si conoscono solo poche anticipazioni, Le rivolgiamo un altro invito.

Diversamente da tutte le altre crisi dello scorso secolo (1914, 1929, 1941), gli effetti economico-sociali dell’emergenza Coronavirus sono un violentissimo shock concentrato in una porzione di tempo assai limitata. In queste condizioni, dovrebbe essere a tutti chiaro che serve una inedita velocità di risposta delle istituzioni del Paese. Per affrontare il “cataclisma occupazionale”, così previsto e nominato dalle Nazioni Unite, accanto a una protezione sociale a carattere universale e al potenziamento degli ammortizzatori ordinari e in deroga per salvaguardare i livelli occupazionali, è necessario progettare nuove politiche attive del lavoro all’altezza della sfida, che dovrebbe vedere ANPAL e ANPAL Servizi, con le differenti funzioni loro assegnate, in un ruolo strategico nella gestione dell’emergenza e nella ripresa del Paese. Serve che il braccio operativo del Suo Dicastero – ANPAL Servizi, per l’appunto – sia messo nelle condizioni di poter operare efficacemente su tutto il territorio nazionale, offrendo assistenza tecnica qualificata alle Regioni, al sistema di istruzione e formazione, agli oltre cinquecento Centri per l’Impiego e al sistema della domanda.

Le crisi aziendali inevitabilmente colpiranno tutto il territorio nazionale, nuovi problemi si aggiungeranno a quelli strutturali allargando le aree sociali della povertà, tutti elementi che spingono a pensare che un efficiente driver nazionale come ANPAL Servizi, se messo in grado di operare, può essere (insieme ad altri) uno strumento utile per attutire lo shock della crisi. In queste settimane assistiamo, per esempio, all’intenso e importante lavoro che stanno realizzando le Regioni per evadere le domande relative alla Cassa Integrazione in deroga, un’attività che andrebbe ulteriormente supportata per velocizzare i tempi di erogazione delle prestazioni.

In un contesto del genere si dovrebbe agire tempestivamente, attraverso forme di cooperazione istituzionale e tecnico-operativa al livello nazionale e territoriale, nell’implementazione della digitalizzazione dei servizi, nella semplificazione delle procedure per i lavoratori e i datori di lavoro, nel rafforzamento delle attività di informazione, orientamento e comunicazione nei confronti dei beneficiari di misure di sostegno al reddito, nella formazione a distanza per sostenere l’aggiornamento delle competenze e la riqualificazione dei lavoratori. Affinché tutto ciò possa accadere al meglio, noi tutte e tutti, Egregia Ministra, ci siamo, con le nostre competenze e con l’amore per la professione che, nonostante la diffusa e cronica instabilità contrattuale, svolgiamo da anni con dedizione e rigore.

Ci rammarichiamo, invece, di fronte all’evidenza di un dibattito mediatico e politico che per quanto riguarda il nostro ruolo di agenzia tecnica si è concentrato, nelle ultime settimane, sulla mancanza di trasparenza relativa alle spese di viaggio e al doppio incarico del presidente di ANPAL e A.U. di ANPAL Servizi, Domenico Parisi, attualmente negli Stati Uniti. Auspichiamo ovviamente che sia immediatamente tutto chiarito; tuttavia, non possiamo non sottolineare e denunciare la lesione dell’immagine professionale e della dignità di un’intera comunità di lavoratrici e lavoratori che quotidianamente fa la sua parte, quella che le è stata consegnata.

Immagine e dignità professionali che riguardano l’intera comunità, con evidenti ripercussioni ancora più accentuate per gli operatori che sono in scadenza, con contratti caratterizzati dalla precarietà e che attendono la stabilizzazione. Nel corso di una audizione presso la Commissione Lavoro della Camera (16 aprile) dell’Amministratore Unico e, più recentemente, in un messaggio inviato a tutta la comunità professionale (21 aprile), Parisi si ostina a ripetere che saranno attuate solo 500 stabilizzazioni, annunciando di fatto oltre 160 esuberi tra i collaboratori. Proprio mentre un suo autorevole collega di Governo, il Ministro dell’Economia Gualtieri, afferma che «nessuno deve perdere il lavoro per l’emergenza», non è accettabile che nella controllata del suo Ministero si vada esattamente in direzione contraria, come già avvenuto nel caso dei 9 colleghi a tempo determinato dell’area immigrazione scaduti a febbraio. A nulla valgono – bene chiarirlo da subito – le fumose assicurazioni di proroghe dei contratti precari per i lavoratori esclusi dalle stabilizzazioni. Proroghe che ancora una volta l’Amministratore Unico promette, ma che non trovano concretamente riscontro in alcun documento e sono in aperto contrasto con la Legge 128/2019, norma conquistata grazie alla nostra esclusiva lotta durata oltre due anni, e al sostegno del Suo Ministero e di alcune forze politiche dell’attuale maggioranza.

Sappiamo che, dopo la sostanziale bocciatura del Piano industriale dell’azienda, il documento sarà di nuovo presentato al prossimo Consiglio di Amministrazione di ANPAL il 29 aprile. Chiariamo e ribadiamo: in questo difficile momento del Paese, non serve l’approvazione del Piano industriale di ANPAL Servizi, è piuttosto necessario un immediato Piano di emergenza delle politiche attive del lavoro. Per attuare tale Piano è necessaria anche la stabilizzazione degli oltre 650 precari, in ottemperanza della succitata Legge 128/2019 e della conversione in Legge del Decreto 101/2019 che ha allocato nuove risorse a tale scopo, come anche le Regioni hanno sempre chiesto e stanno ribadendo in queste ore. Si tratta di disposizioni normative cogenti, che non possono essere per alcuna ragione subordinate all’approvazione di qualsivoglia piano industriale. Così come si è già proceduto con la stabilizzazione dei primi 43 colleghi a tempo determinato – recependo l’ultima Delibera di ANPAL –, così si deve continuare per tutti i rimanenti precari “storici”. Accogliamo dunque positivamente che anche la CGIL, pur avendo sottoscritto con ANPAL Servizi e gli altri sindacati confederali un accordo che al Piano industriale subordinava le stabilizzazioni, ora chieda di fare presto, applicando ciò che le norme succitate già prescrivono e stabilizzando una volta per tutte l’intera platea, nessuno escluso.

Egregia Ministra, come vede le fonti di preoccupazione sono diverse e tutte molto importanti. Vogliamo confidare ancora una volta nella Sua disponibilità, nell’esercizio di vigilanza su ANPAL Servizi e attraverso la pressione concreta che il Ministero dovrà esercitare proprio nell’ambito del Consiglio di Amministrazione di ANPAL. Come sa, serve agire subito, perché si avvicinano pericolosamente le scadenze contrattuali di centinaia di collaboratori, perché serve dare una risposta al Paese. Con questa lettera non Le comunichiamo solo preoccupazione, ma la serena volontà di riprendere in maniera determinata la nostra lotta. Non ci siamo mai fermati in questi due anni. Non ci fermeremo di certo adesso.