A fine anno ci ha lasciato – stroncato da un male alla fine incurabile – il compagno Giorgio Scaffidi, fin da subito del «manifesto». Veniva come tanti dal collettivo universitario di medicina, una vera fucina d’iniziativa politica e culturale in rapporto con i soggetti che nei luoghi di lavoro rifiutavano la nocività del lavoro e la distruzione dell’ambiente.

Giorgio era di una tempra particolare. Se tanti erano gli irregolari e scapestrati, rivoluzionari nella forma e nei modi, Giorgio faceva dell’adesione alla norma e della consapevolezza del sapere necessario per cambiare il mondo, una sua pratica quotidiana. Bisognava saperne di più dell’avversario in un campo, come quello della sanità, dove i nemici e i privilegi sono più che numerosi e la malasanità è quasi istituzionale. E’ stato un altro rosso ed esperto.

Fece parte della stagione collettiva del Pdup per il comunismo, poi tornò nel Pci e alla fine restò anche nel Pd. Nel frattempo era diventato un bravo medico, fino a ricoprire ruoli importanti negli Ospedali romani. Sempre disponibile con tutti. Questa è stata sicuramente una sua caratteristica indimenticabile, ogni volta pronto a cancellare il proprio ruolo per partecipare e per precipitarsi su tanti casi di malati dimenticati. Così come da non dimenticare è stato il suo ruolo di costruzione della sanità pubblica non solo in Italia. Visto l’impegno ad aprire centri specialistici in Africa collegati all’attività sanitaria italiana.

Lo ricordano compagni e amici domani 8 gennaio alle ore 15 presso la Sala Falchi dell’Ospedale San Giovanni (Roma). Ai suoi cari e a tutti quelli che lo hanno amato e gli sono stati vicino, un abbraccio dal collettivo del manifesto.