Non solo l’Europa, ma anche altre parti del mondo a noi vicine stanno penando sotto i colpi del terrorismo e della guerra.

Purtroppo la doverosa solidarietà alla Francia sembra tradursi solo in nuovi bombardamenti su parte di territori occupati dai terroristi, ma anche da popolazioni civili inermi, destinate al massacro.
L’Italia per ora non partecipa a tali massacri, non sappiamo se per tenersi libera per un attacco alle coste libiche, come l’operazione Eunavformed, da tempo predisposta, potrebbe far temere o per un residuo rispetto dell’art.11 della Costituzione italiana che consente operazioni, anche militari e di polizia internazionale, ma sotto l’egida e la responsabilità dell’Onu allo scopo di liberare le popolazioni siriane ed irachene dall’invasione dei terroristi di ogni colore. È in questi frangenti che troviamo conferma della saggezza dei nostri costituenti che sul ripudio della guerra non ebbero dubbi, come sulla necessità di aderire alle organizzazioni internazionali per garantire pace e giustizia tra le nazioni. Quindi non vendite di armi, non finanziamenti per esse, non guerre per educare alla democrazia.

Ma il nostro Governo non apre un ampio dibattito in Parlamento e nel Paese. Semplicemente tace.

Si muovono invece i semplici cittadini che, nel rispetto della Costituzione, hanno costituito in sede nazionale il Coordinamento per la democrazia costituzionale, sotto la guida dei giuristi Zagrebelsky e Pace e che stanno ripetendo tali iniziative anche in sede locale. Sono centinaia di associazioni e singoli. Si muovono anche sul piano giudiziario, in difesa della sovranità popolare, con ricorsi già depositati diretti alla dichiarazione di incostituzionalità della legge elettorale «Italicum» e sul piano politico, con la costituzione ovunque dei comitati per il No al prossimo referendum costituzionale.

Dunque questi cittadini sono animati dal rispetto della legalità costituzionale, dalla volontà di attuare le sue disposizioni migliori e dimenticate, dalla volontà di perseguire ordinamenti di rispetto reciproco e di giustizia interna e internazionale, dal desiderio di vedere il proprio paese muoversi su queste direttrici di valore irrinunciabile.

Chiedono anche ai mezzi di informazione di dare notizia di questi intendimenti.

Con distinti saluti.

Mauro Bortolani, Coordinamento costituzionale reggiano