“Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e con gli oppressi, non c’è più scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia.”

Mai come ora questa frase di Enrico Berlinguer rispecchia la situazione di noi giovani, di noi studenti. Il virus non ha solo distrutto vite, relazioni sociali e punti di aggregazione, ma ha messo a tacere anche la voce di noi studenti, da sempre attivi nel chiedere un cambiamento radicale nelle politiche per la scuola.

Oggi torniamo ad alzare la voce chiedendo chiarezza e giustizia riguardo a una situazione che si sta prolungando ormai da troppo tempo: il rientro a scuola.

E’ noto che la scuola italiana versi in pessime condizioni da decenni a causa della miopia dei governi che invece di sostenere l’istruzione hanno accumulato tagli su tagli al suo budget. La pandemia ha solamente messo in luce la decadenza della scuola italiana, peggiorandone anche le condizioni generali.

Così in queste settimane ci ritroviamo di fronte a un sistema-scuola che non riesce ad avviarsi a causa di gravi indecisioni a livello nazionale e regionale che comportano un forte senso di indefinitezza e vaghezza in noi studenti.

E ricordando ciò che diceva il presidente Sandro Pertini:

“I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo.”

Noi non chiediamo più discorsi, post sui social o proclami sulla scuola, perché questa fondamentale istituzione non può e mai dovrà essere strumento di propaganda politica. Noi tutti abbiamo bisogno di risposte concrete, veloci e nette.

Se nulla cambierà nelle modalità di rientro a scuola noi studenti del Liceo Teresa Gullace abbiamo preso la decisione di restare in DAD fino a che le tre seguenti e imprescindibili proposte non saranno attuate su scala nazionale:

  1. Sicurezza

Da sempre siamo stati abituati ad accettare le classi pollaio, il freddo delle aule in inverno, le strutture scolastiche fatiscenti e le mille situazioni critiche della scuola. Ora non possiamo più transigere riguardo alle condizioni minime di sicurezza durante questa pandemia. Esigiamo aule ben organizzate per accogliere un numero congruo di studenti e mascherine mensilmente fornite dallo Stato. È, inoltre, fondamentale che sia potenziato ulteriormente il servizio di trasporto pubblico al fine di consentire a tutti gli studenti di arrivare a scuola e tornare a casa in modo sicuro e senza essere costretti a dover fare le sardine in autobus stracolmi.

  1. Rispetto dei diritti dei lavoratori e degli studenti

Esigiamo orari umani e rispettosi dei diritti dei lavoratori (professori, ATA, dirigenti) e di noi studenti. La scuola non è un’azienda e non è concepibile pensare a turni che non tengano conto delle variegate realtà scolastiche con istituti che hanno un monte ore che varia da 27 a 35 ore settimanali. Non è pensabile ingurgitare un panino accanto ad altri quindici ragazzi senza mascherina rischiando di essere veicolo di contagio per i nostri cari più fragili. In questo momento non è consentito giocare con le vite delle persone e nemmeno con lo stress lavorativo che affligge ognuno di noi.

Spesso non è presa in considerazione la psiche di tutto il comparto scuola dopo un anno di DAD, questo perché chi legifera non è interno al mondo scolastico. Siamo stati privati del principale luogo di aggregazione della nostra vita, la scuola, privati dei nostri momenti di libertà come lo sport, privati anche di alcuni tipi di svago a causa del Covid, quindi come è concepibile istituire orari che impattino in maniera ancora maggiore nella vita di ognuno di noi? E’ pura follia dettata da scelte politiche irresponsabili.

  1. Comunicazione e Collaborazione

È necessario che la comunicazione tra istituzioni, scuola e studenti sia resa più efficiente al fine di collaborare e unirci verso un orizzonte comune: un ritorno in sicurezza che rispetti i diritti e preservi la salute di ognuno. Solo attraverso l’unione tra studenti, genitori, professori, dirigenti e ministero si potrà arrivare ad una sintesi comune che renderà quest’ultima fase dell’anno all’altezza di una scuola che è stata fin troppo messa nell’angolo negli ultima anni e che ora ha il diritto di tornare protagonista.