Per la prima vota, dopo molto tempo, i giornali e la stampa mainstream hanno cominciato a riportare ciò che, da anni, sta accadendo a Gerusalemme e nei territori della Palestina storica, definiti del ’48. Dove dal 1948 Israele con la complicità delle potenze Occidentali, porta avanti un progetto di pulizia etnica basato sulla segregazione razziale con l’obiettivo di eliminare la popolazione indigena palestinese. In questo quadro si è inserita l’escalation di violenze nei confronti dei palestinesi residenti nel quartiere Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est l’intensificarsi di attacchi da parte dei coloni israeliani protetti e sostenuti dall’esercito di occupazione israeliano.

Di nuovo, tocca a Gaza essere il territorio martoriato dalla violenza coloniale israeliana: da cinque giorni proseguono incessanti i bombardamenti sulla popolazione civile della Striscia. Ad oggi 16 maggio il numero dei morti è di 174, di cui 50 bambini, 30 donne e 1.500 di feriti, un numero purtroppo in aumento. Sono civili, donne e bambini i più colpiti e questo smentisce la narrazione del criminale Netanyahu. Anche il numero delle persone sfollate aumenta ogni ora a causa dei pesanti bombardamenti, per il momento abbiamo un numero che si aggira su circa 10.000 sfollati che non hanno nessun luogo dove andare.

I bombardamenti proseguono indiscriminati contro palazzi civili, le sedi dei media internazionali, le strade che collegano le ambulanze agli ospedali, il confine di Rafah con l’Egitto per impedire il trasporto dei feriti negli ospedali egiziani. La violenza non si ferma qui: ai giornalisti internazionali è impedito entrare nella Striscia per verificarele condizioni sanitarie in cui si trova la popolazione e riportare i fatti.
La violenza di Israele è inaudita e viola ogni legge internazionale in materia di diritti umani. Viola le convenzioni internazionali impedendo di raccontare i fatti e manipola la stampa, fornendo un racconto parziale efalsato. Da giorni assistiamo a immagini agghiaccianti che ritraggono i volti senza vita di decine di bambini e bambine, spenti sotto il fosforo bianco israeliano.

Le condizioni degli ospedali di Gaza sono in affanno e non riescono ad assistere le migliaia di persone in difficoltà. Il sistema sanitario è al collasso. In aggiunta, a causa dei bombardamenti, il quantitativo dienergia elettrica ammonta a due ore al giorno (in condizioni di normalità 5). Siamo in costante e diretto collegamento con i nostri amici e amiche con cui da anni organizziamo progetti di scambio culturale.
E’ nostro dovere mostrare solidarietà e vicinanza a un popolo distrutto dall’occupazione e dall’embargo il quale paga sempre il prezzo più alto,con la *Sosteniamo* la popolazione di Gaza con tutti i nostri mezzi a disposizione, per non lasciarla ulteriormente isolata dal resto del mondo.

COSA SERVE PRIMARIAMENTE: materassi, rifornimenti alimentari, acquapotabile, beni di prima necessità.

Su richiesta di *Meri Calvelli*,

Presidente del Centro VIK Italia-Palestina, che ci scrive da Gaza, mettiamo a disposizione, come abbiamo fatto in passato questo conto di raccolta fondi dedicato a Gaza:

Giovanni Lisi – Banca Popolare di Emilia e Romagna –

IBAN IT94W0538703241000035099770*

Causale*: Aiuto sfollati Gaza