Egregio ministro del lavoro Luigi Di Maio

siamo i lavoratori precari (collaboratori e tempi determinati) di ANPAL Servizi S.p.A., struttura in house del Suo Dicastero. Le scriviamo in occasione dell’incontro tecnico che si svolgerà il 16 ottobre tra il Ministero del Lavoro e gli Assessori al Lavoro delle Regioni per definire le modalità di rafforzamento dei Centri per l’Impiego.

A partire dal mese di luglio abbiamo avviato un percorso di mobilitazione perché siamo l’esempio eclatante di un mancato processo di stabilizzazione dovuto all’irresponsabilità da parte di un’azienda pubblica che non valorizza e rischia di disperdere le competenze che possiede all’interno.

Testimonianza della nostra condizione di precarietà sono Valeria e Valentina, due colleghe di ANPAL Servizi il cui contratto è scaduto il 31 luglio senza ottenere nessuna stabilizzazione. Purtroppo la stessa sorte potrebbe presto toccare ad altri lavoratori e lavoratrici con contratti a tempo determinato in scadenza nei prossimi mesi, per i quali l’azienda non ha voluto trovare una soluzione in prossimità della fine del periodo transitorio (31 ottobre 2018) stabilito dalla legge di conversione del Decreto Dignità.

Sembra oramai evidente che l’Amministratore Unico di ANPAL Servizi, il Prof. Maurizio Del Conte, stia utilizzando strumentalmente il Decreto Dignità, per deresponsabilizzarsi dalla condizione di precarietà strutturale che caratterizza la società. Il 4 ottobre come Coordinamento precari abbiamo realizzato un partecipato Speakers’ Corner sotto la sede centrale dell’azienda per richiedere la ripresa immediata del piano pluriennale di stabilizzazione e la salvaguardia occupazionale di tutta la comunità professionale. Anche in questo caso l’A.U. non ha ritenuto opportuno ascoltarci.

Visto che da operatori delle politiche attive rischieremo di diventare utenti dei Centri per l’Impiego – da ricollocatori di precari e disoccupati a soggetti da ricollocare – ci rivolgiamo a Lei in qualità di Ministro del Lavoro.

È una storia piena di paradossi quella che da sempre vivono i circa 800 precari di ANPAL Servizi. Abbiamo tipologie contrattuali diverse, che non abbiamo mai potuto scegliere. Alcuni di noi hanno una storia lavorativa ventennale ed ognuno di noi è stato valutato attraverso cicliche vacancies ad evidenza pubblica. Chi è presente in azienda da più anni, ha partecipato anche ad una decina di selezioni. La gran parte di noi ha avuto molteplici contratti di collaborazione o a tempo determinato, sperimentando periodi di disoccupazione, in modo alternato, intermittente ed incoerente. Abbiamo competenze importanti e specifiche che mettiamo a disposizione nei territori, come quelle necessarie alla riqualificazione e al rafforzamento dei servizi per l’impiego pubblici, all’applicazione delle politiche di genere, alla ricollocazione dei lavoratori vulnerabili e all’orientamento e alla transizione tra mondo della scuola/università e lavoro. Alcuni diritti sociali, come quelli connessi al welfare, per poter essere resi esigibili, devono necessariamente poggiare sul lavoro quotidiano di operatori qualificati.

È per questo motivo che la nostra precarietà, così come quella di altri operatori della PA e delle aziende di Stato, non è che l’altra faccia della precarietà dei diritti, della loro inesigibilità e persino del cattivo funzionamento di alcune istituzioni pubbliche. A tal proposito, Lei stesso Ministro, ha recentemente dichiarato: «Quelli che oggi utilizzano i contratti a tempo per aumentare il precariato sono le grandi aziende di Stato a cui io sto chiedendo di ridurre il precariato cominciando a dare l’esempio sull’assunzione dei propri dipendenti». Inoltre ha riconosciuto recentemente, in una trasmissione televisiva, che i problemi di funzionamento dei Centri per l’Impiego sono anche dovuti alla precarietà degli operatori.

Alla luce dell’“Indagine conoscitiva sul funzionamento dei servizi pubblici per l’impiego in Italia e all’estero” (Commissione 11° del Senato) e tenuto conto dell’attuale discussione sulla Legge di Bilancio che sta coinvolgendo il Suo Ministero e le Regioni, non possiamo che trarne elementi di preoccupazione, dal momento che risulta ancora del tutto opaca la sorte dei precari e di tutti i dipendenti di ANPAL Servizi.

Per queste ragioni, Le chiediamo di incontrarci con urgenza allo scopo di aprire un tavolo tecnico che abbia al centro il piano di stabilizzazione dei precari e la salvaguardia occupazionale di tutti i lavoratori di ANPAL Servizi.

Auspichiamo che questa nostra lettera possa rappresentare l’inizio di un’interlocuzione istituzionale con Lei e con il Suo Ministero.