La risposta di Antonio Sciotto alla lettera di Giacinto Botti «Cgil, scontro all’ultimo voto» del 14 maggio non colma la distorsione informativa a proposito dell’area programmatica di Lavoro e Società contenuta nell’articolo «”Camussum” o Renzi Marinetti?» del 10. Anche perché l’informazione oggettiva e non di parte, che è dovuta ai lettori e alle lettrici del nostro quotidiano, non può fondarsi solo sulle affermazioni o sulle supposizioni di Nicolosi o di chicchessia. Detto che non era mai accaduto nella storia della sinistra sindacale che arbitrariamente il coordinatore nazionale (Nicola Nicolosi) dichiarasse chiusa una storia collettiva (compreso il relativo sito informatico e la newsletter) contro il parere della stragrande maggioranza dei compagni e delle compagne, di fatto l’esperienza di Lavoro e Società prosegue ed anche nel congresso di Rimini ha lavorato per conseguire un avanzamento sostanziale del documento unitario presentato da Susanna Camusso, coerentemente con le scelte assunte dall’area nel direttivo nazionale che ha dato il via al percorso congressuale.
A questo proposito è stato designato un gruppo nazionale per gestire la fase complicata che si è aperta, composto da sei componenti rappresentativi di Lavoro e Società. Infine, non vi è nessuna contesa rispetto al «brand che fa gola», poiché i termini sono rovesciati rispetto a quanto scrive A. Sciotto: alcuni compagni e compagne hanno abbandonato l’area per aderire al documento presentato da Maurizio Landini, collocandosi inevitabilmente all’opposizione, mentre la maggioranza dei cosiddetti «superstiti» intende coerentemente battersi per ribadire la centralità del ruolo svolto dalla confederazione, contrariamente alla logica di chi vorrebbe introdurre un rapporto e una dialettica tra strutture, avendo come bussola di orientamento la contraddizione capitale e lavoro.

Gian Marco Martignoni, Cgil di Varese

Ripeto: da cronista ho solo preso atto del fatto che entrambi i gruppi nati dalla scissione di L & S affermano di avere la maggioranza, e non ho mai preso le parti di nessuno in questa contesa. Che lascio volentieri dirimere a voi. Concordo sul fatto che in Cgil è nata una vera opposizione, e che da opposizione si dovrà comportare se vuole essere credibile. Infine rimando al mittente ogni accusa offensiva di distorcere l’informazione.
(an. sci.)