Il capitalismo ha reso fragile il nostro mondo, la pandemia lo ha scosso dalle fondamenta. 

Abbiamo scoperto quanto anni di tagli alla scuola e alla sanità pubblica abbiano messo a rischio il nostro futuro, verificato una volta di più l’insostenibilità di un sistema fondato su mille forme di precariato, assistito alla divisione feroce fra chi ha perso immediatamente il poco che aveva e chi invece in sei mesi si è arricchito come mai prima. 

 

Inizia così il documento politico ” Un mondo giusto ha un cuore rosso e verde” al centro della discussione degli iscritti di Sinistra Italiana che terranno da domani  mattina 30 gennaio il 2° Congresso Nazionale del partito. Il primo congresso di un partito in Italia che si è svolto  prima localmente e poi a livello nazionale nel prossimo weekend del tutto online, seguendo le indicazioni anticovid. 

 Sapevamo di vivere in un’epoca segnata da disuguaglianze abissali, dalla crisi climatica, da oligarchie in ascesa. Le crisi ambientali via via si sono sempre più intrecciate con  l’aumento delle disuguaglianze sociali fino a sovrapporsi. Disuguaglianza e povertà aumentano a ritmi sempre crescenti, e ai problemi generati dalla ingiusta distribuzione delle risorse economiche si intrecciano quelli prodotti da un irresponsabile consumo di quelle naturali. 

Le risposte della governance globale non solo non sono all’altezza dei problemi, ma sono confuse, inefficaci, continuamente piegate dalla necessità di salvaguardare un modello di sviluppo di mercato che non solo non è la soluzione dei problemi, ma ne è palesemente la causa. 

Mentre una ristretta minoranza ha accaparrato per sé livelli storicamente insuperati di ricchezza, miliardi di persone sono state ricacciate ai margini e hanno visto peggiorare le proprie aspettative di vita. 

 

Gli anni che abbiamo alle spalle – La grande Restaurazione  

In Italia, intere generazioni si sono abituate a vivere senza diritti sociali garantiti, immerse nella realtà del precariato, di salari in sufficienti a sostenere una vita dignitosa. 

Il nostro Paese ha visto infatti progressivamente scomparire i propri poli interni trainanti, riducendosi a retroterra delle grandi imprese tedesche e  francesi. Questo lo ha portato a puntare esclusivamente sulla compressione del costo del lavoro e sul degrado della tutela ambientale come strade per la competitività, dimenticando ricerca e investimenti nell’innovazione di sistema. 

Il risultato è un sistema fragile sul piano economico e sociale, su cui è piombata come uno tsunami la crisi del 2008-2013. Dal programma di austerity del Governo Monti la società italiana ne è uscita frantumata, smarrita e arrabbiata.  

 

DA MONTI A RENZI AL CONTE 1 : LA SINISTRA ALL’OPPOSIZIONE

Nella crisi  di allora si smarrì il centrosinistra, la sinistra si consumò nella timidezza, emerse il M5S. Nel 2013 Bersani perdette elezioni apparentemente già vinte e Sel  raggiunse un debole 3,2%, nonostante la forza della leadership di Nichi Vendola. L’appoggio acritico al Governo dell’austerità aveva fatto il suo corso. 

In questo contesto detonava la bomba a 5 stelle, ma soprattutto incubava il renzismo nel Pd, Renzi ha prima vinto nel Partito Democratico, poi conquistato il Governo e infine scavato una frattura a sinistra attaccando contemporaneamente lo Statuto dei Lavoratori e la Costituzione. 

 È così che il PD di Renzi è divenuto strumento dell’ennesimo passo di quella rivoluzione  passiva in direzione conservatrice, da sinistra non si poteva che accettare la sfida della rottura di ogni rapporto, e l’abbiamo accettata, fino alla contrapposizione elettorale in ogni occasione. 

Abbiamo fondato Sinistra Italiana in quel contesto, passando per la stagione delle liste di quarto polo alle amministrative, per il Brancaccio e infine per Liberi e Uguali. 

Non ci siamo riusciti e abbiamo pagato un prezzo in questo tentativo, misurando in scissioni e abbandoni la difficoltà della sinistra italiana di superare una storia di diffidenze e particolarismi. Il risultato è stato il deludente esito elettorale delle politiche del 2018, che ha visto LeU fermarsi al 3,4% e il nostro spazio parlamentare ridursi  significativamente,  

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Come nel 2013, il M5S avrebbe potuto scegliere la via di un’alleanza  progressista.Di nuovo invece scelse di prendere la strada opposta, costituendo questa volta un Governo con la Lega, con la complicità di Renzi e del suo rifiuto di prendere in considerazione una soluzione alternativa. Iniziavano così i 12 mesi dell’alleanza giallo- verde, che avrebbero precipitato l’Italia nella vergogna dei respingimenti in mare, nella rottura con l’Unione Europea, nella flat-tax e nei richiami nostalgici per il ventennio. 

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Il Pd aveva chiuso l’era renziana con un Congresso che aveva portato  Zingaretti alla segreteria, e subito di conseguenza la scissione dell’ex leader.  

LeU non aveva trovato la possibilità di consolidarsi, per una divergenza  fondamentale fra noi e Mdp. Hanno pesato in questa fase la defezione immediata di Possibile, gli  orientamenti più moderati e rivolti all’esperienze  riformiste presenti in MdP e di contro dall’altra parte le spinte più radicali  espresse da Sinistra Italiana.  

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Non aver avuto la forza di rimettere in gioco ed  in discussione tutti gli approcci che avevano già dimostrato i loro limiti, ha decretato il fallimento del processo avviato. 

L’orizzonte dichiarato di Articolo 1, dopo la sconfitta di Renzi, tornava infatti ad essere la ricomposizione con un Pd rinnovato. 

Il nostro la costruzione di una sinistra autonoma ed ecologista.  

Rimasti  soli con il Prc, demmo vita alla lista di riferimento in Italia della Sinistra Europea.  Il risultato fu una campagna elettorale generosa ma fortemente condizionata  dal voto utile L’1,75% finale segnò, ancor più che una carenza di consenso, la crisi  strutturale del richiamo ad un voto di sinistra identitaria. 

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L’APPRODO AL CONTE BIS E IL CAMBIO DI FASE  

M5S, PD e sinistre  trovano nell’agosto 2019 la forza di coesione che era mancata nel 2013 e nel  2018. 

Noi avevamo a lungo teorizzato che la crisi politica che si era aperta con le  elezioni politiche del 2013 avrebbe potuto chiudersi solo con la costituzione di  un’alleanza fra sinistra, M5S e PD. 

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La nascita del Governo Conte bis non rappresentava quindi soltanto una  reazione al rischio immediato di una torsione pericolosa per la democrazia,  ma l’occasione di ridefinire lo scenario politico riunificando il nostro campo. 

Ecco perché non abbiamo avuto esitazioni nell’agosto 2018, ecco perché  continuiamo a ritenere di aver fatto la scelta giusta, nonostante le molte  difficoltà dei mesi successivi. 

Da un lato abbiamo infatti forze che con diversi livelli di intensità e coraggio  possono essere disposte a ragionare sull’emergenza climatica, sulla lotta alle  disuguaglianze, sul rafforzamento dei diritti sociali e individuali, nonché sul  rafforzamento del principio democratico. 

Dall’altro troviamo una destra nostalgica, nazionalista, fondata sul culto del  capo e sul rigetto di ogni diversità, in nome del primato di ogni egoismo e  dello sfruttamento della parte più debole della società. 

 

LA PANDEMIA GLOBALE E IL NUOVO SOGGETTO POLITICO  

Se vogliamo dunque che si stabilizzi il nostro campo e che esso possa  contendere alla destra la guida del Paese, il miglior contributo che possiamo  dare è costruire un soggetto politico coeso e determinato, largo nelle  ambizioni ma netto nel profilo e determinato nella proposta politica. 

In un momento in cui sembrano dominare vaghezza ed eclettismo, approssimazione e schiacciamento sulla linea mediana. non possiamo illuderci di fare da soli, ma abbiamo bisogno dell’aiuto di tutte le forze che condividano i nostri obiettivi. Il percorso iniziato 

con “Equologica”, per la costruzione di una rete degli ecologisti, della sinistra  e delle esperienze civiche, deve essere pertanto allargato e approfondito.. 

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Vogliamo evitare qualsiasi forzatura organizzativa che possa escludere  qualcuno, che non può trattenersi a lungo in mezzo al guado  abbiamo bisogno di far maturare nuovi linguaggi, proposte innovative,  protagonisti coerenti con l’emersione di quelle nuove soggettività sociali che  reclamano protezione, migliori condizioni di vita e una vera e propria svolta  ‘green’. 

 

In conclusione, non si tratta di adottare un approccio politicista e di inseguire  le prossime scadenze elettorali, quanto di comprendere che la pandemia ha  aperto una fase nuova, che non possiamo permetterci di affrontare immersi in  un’eterna fase precostituente. 

Né d’altra parte possiamo pensare che il tema del soggetto politico concluda  in sé la questione di come si organizza un campo di forze abbastanza largo  da vincere la sfida per l’egemonia. 

(…)

Abbiamo infatti bisogno di contribuire alla nascita di un fronte per il  cambiamento, che trovi interlocutori all’interno degli altri partiti politici, ma  anche nel mondo Dell’associazionismo, dei movimenti, della cultura. 

Un soggetto politico più largo e coeso, all’interno di uno spazio di  elaborazione e iniziativa politica trasversale, capace di lanciare campagne di  mobilitazione sui grandi temi della trasformazione solidale ed ecologista:  questa è la sfida che dobbiamo cogliere nei prossimi mesi. 

(…) 

D’altra parte i nostri avversari sono agguerriti e hanno dalla loro tutta la forza  che il denaro può comprare. 

Sinistra Italiana è a disposizione di chi voglia mettere in campo seriamente a  partire da oggi un processo di unità delle forze che si riconoscono nella lotta  per la giustizia sociale, civile e ambientale.

IL DOCUMENTO INTEGRALE E ALTRI MATERIALI CONGRESSUALI : http://www.sinistraitaliana.si/verso-congresso-sinistra-italiana/