LETTERA APERTA 

Ai candidati alle Primarie per la Segreteria del Partito Democratico

Michele Emiliano, Andrea Orlando, Matteo Renzi 

 

Alla Cortese Conoscenza dei

Segretario Generale CGIL

Susanna Camusso

Leader di “Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista”

Pierluigi Bersani

Massimo D’Alema

Enrico Rossi

Arturo Scotto

Leader di Sinistra Italiana

Nicola Fratoianni

Stefano Fassina

Segretario di Rifondazione Comunista

Paolo Ferrero

 

 

Dal programma online di Michele Emiliano:

“Siamo il Partito Democratico, nato per attuare i principi della Costituzione, il Partito erede della Resistenza, del movimento operaio, dello Statuto dei lavoratori”. 

 

Dal programma online di Andrea Orlando:

“Ridare dignità e forza al lavoro: l’arretramento dei diritti nei luoghi di lavoro è diventato cronaca quotidiana. Il Jobs Act non è riuscito a modificare il comportamento di chi continua a preferire come prima tipologia di assunzione, specialmente per i giovani, le forme contrattuali più precarie”. 

 

Dal programma online di Matteo Renzi:

“Il lavoro è cambiato profondamente e bisogna rimetterlo al centro dando nuovi diritti. Diritti che devono garantire i lavoratori contro fenomeni inevitabili come l’avvento della tecnologia, la globalizzazione e la trasformazione del lavoro dipendente”.

 

Gentili signori candidati,

siamo un gruppo di lavoratrici e lavoratori di Sky Italia, da poche settimane noto come “Lavoratori Sky in Lotta”: un comitato di dipendenti delle varie categorie, fatto di tecnici televisivi, giornalisti e personale amministrativo della tv di Rupert Murdoch.

Quella stessa tv satellitare con cui il magnate australiano entrò in Italia beneficiando di clamorose quanto discusse agevolazioni fiscali, occupando in seguito anche le frequenze sul digitale terrestre, che pure se affidate dovevano legarsi ad un piano industriale.

Quella stessa tv dove mercoledì sera – all’indomani dal 25 aprile – parteciperete al “Confronto” che andrà in onda nelle case dei vostri elettori. Grazie agli occhi e alle mani esperte di quei professionisti che, dietro ai mixer, microfoni e telecamere che vi daranno voce, hanno contribuito a far nascere e crescere Sky: proprio quelli che ora l’azienda vuole lasciare per strada, assieme alle loro famiglie.

Sì, è proprio quella stessa tv che, come saprete, in questi giorni si appresta a portare a termine l’ennesima strage sociale nel nostro Paese, in barba all’articolo 41 della nostra Carta Costituzionale. Una tv sorda perfino alle parole del Papa: parole che ha scelto perfino di censurare, senza capire che – grazie alle nuove tecnologie di cui il suo top management si riempie la bocca – avevano già fatto il giro del mondo.

Una strage sociale che come numeri e tempi può apparire molto meno drammatica di altre vertenze, più ampie e più antiche, concentrate in gran parte sul territorio romano, ormai destinato alla desertificazione.

Ma è una strage, quella che porta la firma di Sky, che ha un peso specifico molto alto: il peso simbolico di un colosso mediatico che supera i confini della comune arroganza padronale fin qui dimostrata da molte altre aziende, o da quelle che addirittura fanno finta di essere in crisi, che si inventano bilanci falsi e via dicendo, pur di abbassare l’unico costo che da sempre vogliono abbassare: quello del lavoro.

Qui siamo oltre: siamo davanti all’azienda patinata per eccellenza, che vuole battere il record della prepotenza più sfrontata: con il 141% di utili e una spesa di 29 milioni di euro per “riorganizzazione ed efficientamento” cosa fa Sky? Annuncia esuberi e trasferimenti a Milano. Trasferimenti che sono in realtà licenziamenti mascherati.

Sky – in questo come le altre aziende – vuole liberarsi di quante più persone possibili alle sue dipendenze. Vuole liberarsi di contratti vecchi – “obsoleti” li chiama – perché vuole liberarsi dei diritti che ancora le lavoratrici e i lavoratori potrebbero rivendicare attraverso quei contratti, che – nonostante siano comunque sbilanciati a loro favore – all’azienda pesano, non tanto economicamente ma concettualmente: non è un caso che in questi stessi mesi Sky continua ad assumere decine e decine di persone a Milano, coi contratti che consente il Jobs Act.

L’obiettivo: è quello di avere assoluta mano libera nei confronti del lavoro umano, considerato una semplice merce: una visione VECCHIA in tutto e per tutto, dipinta dall’azienda come “innovativa”, al pari del linguaggio e della tattica messi in atto per liberarsi dei lavoratori.

Il metodo: un linguaggio inquietante, lo stesso usato nelle ristrutturazioni di altre società.

Ai dirigenti fanno corsi che si chiamano “War Room”, per mettere a punto piani che nel nostro caso di chiama “Poseidon”, sulla falsariga delle operazioni militari tipo “Desert Storm” o “Enduring Freedom”.

Passando alla tattica, poi, Sky non licenzia. Sky finge di lasciarti ‘libero’, di non comportarsi ‘da padrone’. Così come da più parti viene sdoganato il lavoro gratis – per migranti, stagisti, etc – la nuova schiavitù del XXI secolo, infatti, è volontaria. E prevede l’autolicenziamento e l’autotrasferimento.

Sky ‘annuncia’, ma non dà alcun ordine esecutivo. Annuncia numeri: trasferiti ed esuberi, persone da spostare come container e persone ‘di troppo’: che siano poi categorie deboli protette, non importa nemmeno questo.

Una tattica anch’essa vecchia e arcinota, quella di seminare il panico, dividere i destini tra più o meno sfortunati, gettare zizzània, così da portare i vitelli a sottoscrivere la propria macellazione.

Sky infatti non manda alcuna lettera, non apre procedure di legge: del resto anche la Legge – come i sindacati, i contratti e i diritti – per Sky è obsoleta. È più comodo agire fuori dalla Legge: finche c’è chi te lo consente. Come da tre mesi a questa parte, tra ricatti e improbabili ultimatum, lo hanno consentito TUTTI i sindacati che dovrebbero tutelare le varie categorie di lavoratori presenti in Sky: in deroga alla Costituzione, allo Statuto dei Lavoratori e al Codice civile e penale, prima ancora che agli stessi contratti (Ma inseguendo, quella sì, la piccola “chicca” magicamente inserita dal ministro Calenda – ex dirigente  Sky – nell’ultima Legge di Stabilità, col Piano Industria 4.0: il super-ammortamento del 250% per chi porta a termine ristrutturazioni basate su riefficentamenti ‘hi-tech’ entro la fine del 2017!)

Sky ti marchia a fuoco: tu sei un esubero, tu sei trasferita. Negli uffici e nei corridoi vedi tutti che ripetono a se stessi: “io sono un esubero”, “io sono trasferita”. Ridetto centinaia di volte, senza capire che nessun marchio può trasformare l’essenza dell’identità e della Dignità di una persona. Almeno finché ci sono delle regole e c’è chi deve farle rispettare.

Noi siamo sicuri che ci siano ancora entrambi: e per questo siamo decisi a lottare ancora a lungo, con tutte le nostre forze.

Signori candidati, con questa lettera speriamo di suscitare, se non il vostro allarme, almeno la vostra attenzione, dati gli impegni, le intenzioni e le parole contenute nei vostri rispettivi Programmi sul Lavoro: opponetevi al piano di Sky, siete ancora in tempo!

Fate vostra questa battaglia fondamentale e simbolica, perché non diventi il precedente pericoloso per altre aziende più che floride! Inseritela nei vostri Programmi e datele voce nelle vostre campagne elettorali, in nome della nostra Costituzione e della Dignità del Lavoro nel nostro Paese.

Grazie della vostra attenzione,

 

il comitato dei Lavoratori Sky in Lotta