Gentile direttore,
dopo l’articolo pubblicato ieri sul suo giornale: «In nome del popolo ignorato», ho scritto una lettera all’Associazione Luca Coscioni, che mandava tramite voi un appello ai parlamentari. Come Vice Presidente della Camera mi sono impegnato a proporre quello che può leggere nella lettera.
Grazie cordiali saluti,

Luigi Di Maio

 

Gentili Presidenti dell’Associazione Luca Coscioni,

vi scrivo in merito all’articolo «In nome del popolo ignorato» di Eleonora Martini apparso ieri sul manifesto e, più precisamente, a proposito dell’appello della Sua associazione ai parlamentari della Repubblica affinché deliberino con «la massima urgenza un programma di lavori straordinario per mettere in discussione entro il 2014 le leggi popolari vigenti». Una delle mie più importanti esperienze di partecipazione politica è stata l’iniziativa, dell’8 settembre 2007, «Parlamento pulito» organizzata da Beppe Grillo, in cui furono raccolte 336.144 firme, di molto eccedenti le 50.000 necessarie alla presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare, che, tra le altre cose, si proponevano di ripristinare le preferenze nella legge elettorale.

Fu un successo enorme: in diverse città in poche ore andarono esauriti i moduli predisposti per la raccolta delle firme. Queste firme furono presentate all’allora Presidente del senato rispettando le procedure previste, ma sono trascorse ben due legislature e, come saprà, a quelle proposte non è stato dedicato nemmeno un minuto di discussione in Aula.

Al di là del merito delle proposte di legge presentate, sui cui possiamo anche essere in disaccordo, io credo fermamente che la politica e il Parlamento debbano garantire il diritto dei cittadini firmatari a veder discusse le proprie proposte, anche nona spettando necessariamente riforme del Regolamento o nuove leggi che lo impongano… Questi strumenti di democrazia diretta furono istituiti proprio per permettere anche a chi non fosse presente in Parlamento di poter partecipare all’attività legislativa.

E’ proprio l’esperienza di quel primo V-Day che mi fa capire quanto disarmante possa essere il silenzio del Parlamento di fronte alle decine di migliaia di firme da voi regolarmente raccolte. Probabilmente la mia forza politica non sarebbe neanche nata se la proposta di legge «Parlamento pulito» fosse stata discussa in Parlamento. Non ci sarebbe stato nessun problema qualora fosse stata bocciata, ma almeno avremmo avuto una risposta. Un segno di vita. Tutto ciò per spiegare quanto io e il M5S – al di là del merito delle singole proposte – siamo vicini al tema sollevato dll’Associazione Coscioni.

Nell’articolo si fa anche riferimento all’importanza della riforma del Regolamento della Camera e dei possibili strumenti che si potrebbero inserire per garantire l’effettivo esame delle proposte di legge popolare presentate. Io credo che non si debba aspettare la riforma, peraltro molto opinabile e che comunque istituisce un comitato politico che vaglia le proposte dei cittadini (metodo sbagliato, in quanto non spetta ai partiti decidere in merito alla discussione, bensì all’approvazione). Per questo penso si debba agire subito.

Le spiego la mia idea: a proposito di sensibilità politica, ho intenzione di proporre a tutte le forze politiche e alla Presidente della Camera, in occasione della prossima conferenza dei capigruppo (in cui siedo come Vice Presidente della Camera), che venga calendarizzata una proposta di legge popolare al mese, seguendo l’ordine cronologico di presentazione. In particolare, insisterò affinché questi provvedimenti vengano effettivamente discussi in Aula e perché siano esaminate le proposte sostenute da migliaia di cittadini italiani.

Nell’epoca in cui si svilisce sempre più il meccanismo della rappresentanza, nell’epoca delle soglie di sbarramento, dei premi di maggioranza bulgari e “bipolaristi”, con sistemi elettorali sempre più tesi ad escludere le altre forze politiche, io credo che vadano garantiti gli strumenti di democrazia diretta che la Costituzione ha concepito nel 1948…Mi impegnerò in tal senso nelle sedi competenti.