Gentile Presidente Emilia De Biasi, siamo consapevoli della concreta possibilità che nemmeno in questa legislatura si approvi la legge sulle disposizioni anticipate di trattamento.

Le nostre organizzazioni ormai quasi quattro anni fa avevano depositato una proposta di legge per la legalizzazione dell’eutanasia, con le firme di 67.000 cittadini, poi sostenuta da oltre 121.000 persone. La scelta dei Gruppi parlamentari è stata invece quella di non discutere la nostra proposta e di affrontare unicamente la questione del testamento biologico, fondamentale per riconoscere effettivamente a tutti cittadini il diritto costituzionale ad interrompere le terapie senza soffrire.

Se la scelta di limitare la discussione al testamento biologico era stata assunta per tenere conto del grande consenso popolare (per la verità maggioritario anche sull’eutanasia) e, realisticamente, dei rapporti di forza parlamentari, la possibilità che persino questa proposta, approvata a stragrande maggioranza alla Camera, sia ora affossata al Senato suona come una beffa per tutte le persone che vorrebbero poter lasciare indicazioni chiare sulle proprie volontà nel caso si trovassero non più nelle condizioni di intendere e di volere.

Gentile Presidente, a fronte delle migliaia di emendamenti ostruzionistici depositati nella Commissione da Lei presieduta, Lei stessa a luglio dichiarò «se il numero degli emendamenti resterà tale propongo di andare direttamente in Aula senza il mandato del relatore, per passare cioè a un esame degli emendamenti direttamente da parte dell’Aula».

Il Presidente del Senato, Pietro Grasso, rispondendo a Carlo Troilo, ha ribadito pubblicamente «l’assoluta necessità di non disattendere le speranze dell’opinione pubblica e di procedere rapidamente per poterli portare (i testi approvati alla Camera: ndr) al più presto all’attenzione dell’Aula».

A fronte del permanere dell’azione ostruzionistica e del drammatico restringersi del tempo a disposizione, Le chiediamo – con il massimo rispetto per la difficoltà del compito, ma anche con la convinzione che non vi sia alternativa per evitare la distruzione di anni di lavoro e del patrimonio di fiducia e speranza generato – di procedere senza indugio a dare seguito a quanto da Lei stessa proposto, e di inviare il testo all’esame dell’Aula del Senato, per consentire a ciascun Parlamentare una piena assunzione di responsabilità, a favore o contro l’unico testo di legge sul fine vita che ha materiale possibilità di essere votato prima della fine della legislatura.

Nella speranza di una Sua risposta positiva, La salutiamo cordialmente,

Filomena Gallo e Mina Welby – segretario e co-presidente Associazione Luca Coscioni, Stefano Incani – segretario Uaar,
Riccardo Magi – segretario Radicali Italiani,
Leonardo Monaco – segretario Ass. radicale Certi Diritti
Silvio Viale – responsabile scientifico Exit Italia