«Un’idiozia»: così è stata etichettata l’accusa rivolta al Pd di mancata discontinuità dal primo governo Conte. Tanto infondata non sembra, dal momento che negli ultimi giorni si sono moltiplicati gli esponenti del Pd che hanno voluto rispondere promettendo cambiamenti concreti. Quando dai proclami si passerà all’azione? Sono passati oltre 4 mesi dall’instaurazione del Conte bis e non vi è stato alcun intervento sui provvedimenti rispetto ai quali «rilevanti perplessità» sono state espresse dal Presidente della Repubblica. Alle parole non hanno fatto seguito i fatti. E i fatti, in materia di immigrazione, non possono prescindere dai decreti sicurezza.

Solo da agosto, quando è entrato in vigore il decreto sicurezza bis, almeno 165 persone sono morte o risultate disperse nel Mediterraneo centrale. Nel frattempo le organizzazioni non governative erano (e sono ancora) alle prese con navi sotto sequestro e sanzioni. Nei Tribunali di tutta Italia aumentano i ricorsi dei richiedenti asilo contro i rigetti delle commissioni territoriali e la durata dei procedimenti, conseguenze della riforma del sistema di protezione introdotta dal primo decreto. Circa 80mila persone rischiano di divenire irregolari, esposte a sfruttamento lavorativo e criminale. Eppure i testi di legge restano in piedi, inalterati. Se il Governo giallorosso vuole fregiarsi dell’aggettivo «discontinuo» agisca. I numeri per attuare il cambiamento ci sono. Faccia di più: stabilisca una discontinuità anche col memorandum Italia-Libia, che in tre anni ha ricondotto in Libia 40mila persone, forse poi torturate, abusate, morte. Lo sospenda. Noi continueremo a chiederlo, ogni giorno. E il 2 febbraio saremo in piazza per ribadirlo.

* Massimiliano Iervolino, segretario Radicali Italiani, Igor Boni, presidente Radicali Italiani, Giulia Crivellini, tesoriera Radicali Italiani