Il braccio di ferro tra Antimafia e Viminale lo vince la commissione bicamerale. A Reggio Calabria niente elezioni. Altri sei mesi di commissariamento e così il duo Alfano-Scopelliti è servito. Ncd puntava a lavare l’onta dello scioglimento per ‘ndrangheta del comune reggino con un bagno elettorale. Gli Scopelliti boys erano pronti a riprendersi la città in primavera. Ma il colpo di coda di Letta ha rovinato i piani. Un altro smacco per il presidente Scopelliti, capo organizzazione del partito di Alfano, su cui pende una richiesta di condanna a 5 anni nel processo Fallara (dal nome della dirigente comunale morta suicida lasciando dietro di sé una voragine di debiti, la sentenza è attesa a fine mese) e che la prima sezione d’appello della Corte dei conti ha appena condannato a pagare 300mila euro per l’acquisto dell’ex fabbrica per la trasformazione degli agrumi Italcitrus. Un periodaccio per l’ultimo segretario del Fronte della Gioventù, folgorato sulla via alfaniana. Ieri scadeva il pass della triade che governa Reggio e senza un decreto ufficiale in riva allo Stretto si sarebbe materializzato un vuoto di potere. Chi avrebbe fatto camminare la macchina amministrativa? Un commissario ad acta, forse. Ma sarebbe stato uno smacco. Roma si è mossa nell’ultimo giorno utile. E Letta, coadiuvato da Bindi, presidente dell’Antimafia, ha detto un sonoro no ad Alfano.