Il presidente del consiglio Enrico Letta ieri ha sostanzialmente «scaricato» il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, travolto nelle settimane scorse da uno scandalo sui rimborsi all’Ospedale Israelitico di Roma, ma senza che per questo motivo si sia mai dimesso. Il governo intende accelerare sulla riforma della governance dell’Inps, ha detto Letta, prefigurando quindi un prossimo cambio di vertice. In più, il consiglio dei ministri ha varato un ddl che normerà d’ora in poi l’accesso alla presidenza dei grossi enti, rendendo incompatibile la somma di più poltrone.

La presidenza dell’istituto – ha spiegato il premier – deve essere un incarico «da svolgere in esclusività». Presto – ha poi aggiunto Letta – su questo tema il governo incontrerà le parti sociali.
«Basta conflitti di interesse nella presidenza degli enti pubblici», ha detto il capo del governo (almeno su questo campo, visto che è impossibile regolare in modo efficace un ben più noto altro «conflitto di interessi», ndr).

«Il governo non si sovrappone all’azione dell’autorità giudiziaria», ha continuato il presidente del consiglio, rilevando però «che non esiste una norma di incompatibilità nella cariche nella pubblica amministrazione. Noi interveniamo oggi con un ddl che presentiamo alla Camera con procedura di urgenza».

In questo modo, secondo l’esecutivo, si colma «un buco normativo a nostro avviso clamoroso» sulle incompatibilità per gli enti pubblici nazionali. «Riteniamo che conflitti d’interesse nella sostanza – ha aggiunto Letta – ma non rilevati nella norma, debbano terminare e che quegli incarichi, per i grandi soggetti nazionali, come Inps, Istat o altri, devono essere svolti in esclusività».

Il governo intende dunque accelerare sulla riforma della governance dell’Inps. «Su questo tema – ha assicurato Letta – il ministro Giovannini farà una consultazione con le organizzazioni sindacali e le forze sociali a brevissimo».

Il premier ha anche ricordato che in relazione alla «situazione di ingorgo in parlamentare di questi giorni la Boldrini ha scritto per chiedere di limitare i decreti: non possiamo assumere atti con decreto ma il gesto del ddl urgente è assolutamente chiaro e equivalente dal punto di vista politico».
Conflitto di interesse che, almeno da tre dei tanti incarichi di Mastrapasqua, salta abbastanza facilmente all’occhio: il presidente dell’Inps è anche vicepresidente di Equitalia e direttore generale dell’Ospedale Israelitico. Il «corto circuito» si può generare quando si parla dei contributi (Inps) o delle tasse (Equitalia) che l’ospedale deve pagare: e infatti lo scandalo che ha investito Mastrapasqua proprio su questi nodi si gioca.

Intanto dal Parlamento continuano a fioccare le richieste di dimissioni per il presidente dell’Inps. «Mastrapasqua tragga le dovute conseguenze dalle dichiarazioni del premier. Il suo ruolo di presidente dell’Inps è di fatto incompatibile con la molteplicità di incarichi che riveste, non resta quindi che dimettersi», dice la senatrice Nadia Ginetti, componente della Direzione Pd.

Anche Roberto Morassut capogruppo Pd nella commissione di controllo sull’attività degli enti di previdenza e assistenza sociale (e quindi dell’Inps) ritiene «necessario a questo punto un passo indietro». Richiesta di dimissioni fatta propria anche dalla Lega Nord.

Ieri si è poi aggiunto un mistero alle indagini che sta svolgendo la magistratura sui rimborsi all’Ospedale Israelitico: dalla Direzione regionale Salute sono spariti alcuni documenti relativi agli accordi (e alla convenzione) tra la Regione e la clinica. Il funzionario regionale responsabile ha dunque sporto denuncia ai carabinieri.