Nonostante le polemiche sui gazebo di Roma di Ignazio Marino e del secondo classificato Giovanni Caudo (sulla trasparenza dei dati e sulla presenza di stranieri in coda «con il santino in mano»), Enrico Letta tra domenica notte e ieri ha tirato un profondo sospiro di sollievo. Dopo il flop delle primarie a Torino il 12 e 13 giugno e con le difficoltà che ci sono nell’alleanza a macchia di leopardo con il M5S, poteva andare molto peggio. E invece il dato finale dice 48mila votanti nella Capitale e 26mila nel capoluogo emiliano.

POTEVA ANDARE PEGGIO soprattutto a Bologna, dove la sfida era vera, e la vittoria della candidata renziana Isabella Conti era stata progettata come una bomba sotto la sedia del segretario del Pd.

Se a Bologna, capitale della sinistra, avesse vinto una candidata che guarda al centro (anche a destra) lo schema delle alleanze giallorosse con il M5S e la sinistra fuori dal Pd avrebbe subito una pesantissima battuta d’arresto. E dai renziani rimasti nel Pd sarebbe partito un logoramento contro Letta paragonabile a quello subito da Zingaretti. Su tutto: linea politica, alleanze.

E invece no. Il successo emiliano insieme a una decente partecipazione alle scontate primarie di Roma per incoronare Gualtieri sono due buone notizie per il segretario. Che ieri ha incontrato a pranzo Nicola Zingaretti cui ha chiesto «maggiore presenza nella vita del partito», a partire dalla campagna elettorale per il Campidoglio, ma anche dall’esperimento delle Agorà che partirà a luglio, per portare sangue fresco nella vita del partito. «Come potrò, darò una mano: non mi sono mai ritirato dalla politica, anche quando ho alzato la voce l’ho fatto per aiutare il Pd», il commento di Zingaretti.

LETTA GUARDA ANCHE la bassa affluenza alle regionali in Francia e trova ulteriore conforto: «Un altro motivo per considerare straordinario il contributo del popolo di centrosinistra per dare nuova energia alla democrazia nella ricostruzione post Covid». «Una grandissima giornata di partecipazione e democrazia», aggiunge. «Dimostra che abbiamo avuto ragione a fare le primarie, alla faccia di chi le racconta come una storia burocratica di un partito che usa vecchi metodi. La strada della partecipazione è quella giusta. Il popolo di centrosinistra c’è ed è con noi, le amministrative per noi sono fondamentali perché sono il modo per dimostrare che il centrosinistra è forte e in grado di battere le destre».

Ora l’obiettivo è allargare le coalizioni «il più possibile», aggiunge Letta: «C’è bisogno di tutti e mi rivolgo ai candidati che hanno perso come Isabella Conti a Bologna».

LA CITAZIONE DELLA candidata renziana non è casuale. Il leader Pd vuole tenerla dentro la coalizione di centrosinistra, a prescindere dalle scelte che farà Renzi alle comunali d’autunno. E del resto, ricordano al Nazareno, «chi si candida alle primarie firma un patto di lealtà con il vincitore». Non a caso anche Matteo Lepore dice che «ora è il tempo di ricucire e allargare». Ma da Emily Clancy di Coalizione Civica arriva già uno stop: «A Conti va l’onore delle armi, ma domenica ha vinto una visione di città che scommette sull’uscita a sinistra dalla pandemia».

PER IL PD BOLOGNA è il vero successo della domenica di gazebo. «Un laboratorio, un esempio della coalizione che vogliamo costruire per le elezioni politiche e anche di come dovranno svolgersi le Agorà», il ragionamento di Letta. Come? Uno strumento per chiamare a raccolta pezzi di sinistra e di civismo, elettori senza partito, per fare uscire il Pd dalle secche del correntismo. Oggi il segretario ne discute con i gruppi di Camera e Senato.

QUANTO AL RAPPORTO COL M5S, nato proprio al V-Day di Bologna nel 2007 contestando il Pd, anche su questo il capoluogo emiliano sarà un laboratorio importante (insieme a Napoli). Non a caso il leader dei grillini bolognesi Max Bugani dice che «Conte ha capito per primo che qui si stava creando un laboratorio politico». «Bologna è una sconfitta di Matteo Renzi e di tutti coloro che volevano spostare a destra l’asse del Pd e del Movimento».

Letta dal canto suo manda un messaggio a Conte, a duello con Grillo sul futuro del M5S: «Non entro nelle dialettiche altrui, Conte è una persona affidabile, con lui faremo la campagna elettorale e vinceremo».