Primarie a Roma con una sfida tra Roberto Gualtieri e Carlo Calenda. Enrico Letta, ospite di “Otto e mezzo”, tira fuori dal cilindro l’idea per tentare di riunire tutto il centrosinistra alle comunali della Capitale. Con l’obiettivo di arrivare al secondo turno e raccogliere lì i voti dei 5 stelle. «Penso che faremo le primarie. Ci sono diversi candidati, tra cui Gualtieri del Pd. Su Roma il nostro giudizio sul sindaco uscente non è lo stesso di quello dei 5 Stelle, e rischia di essere una pietra di inciampo», ha spiegato. «So di giocarmi l’osso del collo su questa partita, ma ce ne sono anche altre importanti».

TRANNE ROMA, IL RAPPORTO con i 5 stelle per Letta resta una stella polare. «Se andiamo soli, regaliamo l’Italia a Salvini e Meloni. Per questo dobbiamo fare una coalizione con chi ci è più vicino, e con i 5 Stelle in questa fase abbiamo governato bene». «Dobbiamo fare un’alleanza tra partiti che si rispettano, ma con l’ambizione di essere la leadership di questa alleanza. Poi individueremo la modalità per decidere il candidato premier, e dipenderà anche dalla legge elettorale».

IL SEGNO DI QUESTE PRIME settimane del nuovo leader è la volontà di ricostruire il bipolarismo in vista delle prossime politiche. Per questo si muove per riunire tutto quello che sta nel campo progressista, ieri ha incontrato per due ore alcuni rappresentanti delle sardine che avevano occupato la sede del Nazareno dopo le dimissioni di Zingaretti. «Incontro positivo basato sul riconoscimento reciproco in un clima di apertura e dialogo costruttivo», twittano le sardine. «La strada è lunga e accidentata, un sorriso non è tutto, ma è comunque un buon inizio».

Gli esponenti del movimento hanno apprezzato la volontà di Letta di rianimare la metà campo della sinistra. «Dobbiamo provare a competere contro l’avanzata delle destre, e per questo bisogna unire i tanti affluenti del centrosinistra in un unico fiume», spiega al manifesto Jasmine Cristallo.

SUL TAVOLO LE AGORÀ democratiche, strumenti per allargare la partecipazione ai non iscritti che Letta vuole implementare nei prossimi mesi per aprire «porte e finestre» alle tante esperienze civiche. «Abbiamo messo sul tavolo idee e prospettive», sintetizza Letta che nel pomeriggio ha partecipato anche alla riunione del suo circolo di Testaccio, dove si discuteva proprio dei 21 punti di programma da lui portati all’attenzione dei militanti.

IN QUESTO LAVORO INCESSANTE di ricucitura ci sarà spazio anche per un incontro con l’ex rivale Matteo Renzi. Da Italia Viva, con spregio del ridicolo, ieri erano arrivate voci infastidite per non essere ancora stati contattati. «Incontrerò Renzi senza pregiudiziali e parleremo di che tipo di futuro costruire per la sinistra». «Non è l’ultimo, devo fare ancora diversi incontri», ha precisato.

Con una premessa chiara: «Noi vogliamo costruire un’alleanza di centrosinistra con i 5 Stelle. Vedremo se Italia Viva vorrà collaborare o porre dei veti». Il messaggio è chiaro: se Renzi vorrà fare parte della coalizione bene, ma senza condizioni. Altrimenti ognuno per la sua strada.

E sull’Arabia saudita gli rifila una stoccata: «C’è un vuoto normativo su temi relativi a incontri e impegni con i regimi autoritari. Noi abbiamo una posizione diversa rispetto all’Arabia Saudita, siamo vicini alla posizione di Biden».

IL VERO OBIETTIVO POLEMICO di Letta resta però Salvini. E difende Draghi dalle incursioni del leghista: «Sulle riaperture che dipendono dai dati Draghi ha detto semplicemente la verità e chiarisce che se la Lega vuole stare in questo governo deve smetterla con il linguaggio doppio, cioè con il dire una cosa e farne un’altra».

Quanto al Pd, e alla scelta che i deputati dovranno fare martedì sul nuovo capogruppo, Letta sparge rassicurazioni: «Non è vero che siamo in alto mare, c’è una sana competizione tra Marianna Madia e Debora Serracchiani». Con le correnti che tornano protagoniste: sulla prima c’è un riavvicinamento tra le aree di Orfini e Orlando, la seconda è sostenuta dagli ex renziani di Base riformista e dai franceschiniani.