Cultura

L’età sconsiderata

EverTeen «Adolescenti. L’età delle opportunità» è il libro dello psicologo Laurence Steinberg che negli Stati Uniti ha già raggiunto la decima edizione. In Italia è uscito per Codice

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 17 ottobre 2015

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Sembrano chiusi, impenetrabili, portati naturalmente allo scontro, sociali solo con i loro pari e ostili con gli altri. Spesso, poi, paiono apatici, privi di interessi e lontani anni luce dai ricordi che avevamo di loro bambini. Eppure, nonostante le porte (fintamente) sbarrate, gli adolescenti sono «plastici», nel senso che il loro cervello è malleabile, cambia e matura: abbandona l’infanzia procedendo per tappe. Ed è proprio in quei mutamenti che bisogna scrutare per cercare di entrare in sintonia con un mondo emotivo caotico, a volte rischioso. Senza più visioni tipizzate del teenager, si può pensare a quell’età definita «ingrata» come a un momento esistenziale denso di fermenti che l’adulto futuro dovrà cogliere, infilare in una qualche direzione biografica e riordinare ogni giorno.

Adolescenti. L’età delle opportunità è il libro di Laurence Steinberg che negli Stati Uniti ha già raggiunto la decima edizione (in Italia è stato pubblicato da Codice, pp. 288, euro 19,90), segno che genitori ed educatori, o meglio una società intera non finiscono mai di interrogarsi su alcuni comportamenti misteriosi dei loro figli, alunni o vicini di casa. Questo saggio, che ha la dote della comunicazione immediata, anche quando tratta di neuroscienze, ribalta la prospettiva dello sguardo. Se è vero che gli adolescenti spesso mettono in pericolo se stessi e gli altri con comportamenti sconsiderati, vuol dire che le «sentinelle» poste a controllo delle emozioni e della capacità di reagire a un ambiente potenzialmente minaccioso non sono ancora del tutto messe a punto: il sistema limbico sviluppa nel corso degli anni e dopo la pubertà è alterato nella sua chimica dagli imput ormonali impazziti. Subisce come delle scosse.

Il libro di Steinberg non vuole essere assolutorio. Né un volano che aiuti gli adolescenti che «non sanno autoregolarsi» a sganciarsi dalle proprie reponsabilità, ma punta il dito anche sulle distorsioni di una società come quella americana dove il numero di ragazzi/e con problemi di apprendimento, infelicità o tentazioni criminali è molto alto. In sostanza, questo docente di psicologia alla Temple University di Philadelphia, fra i massimi conoscitori dell’«età di mezzo», dice che a essere confusa principalmente è una comunità di adulti allo sbando. E gli «immaturi» – quelli che lo sono per struttura biologica – non possono che far loro da specchio. Per far sì che la maggior parte dei giovani possano crescere sani e salvi, ci sono alcuni accorgimenti da seguire: primo fra tutti, saper prendere delle decisioni, con autorevolezza e fermezza.

Niente di trascendentale, anzi piuttosto banale, eppure accettare il conflitto con il proprio figlio resta per molti uno spauracchio insormontabile.

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