A Rossana, tredicenne sradicata dalla sua masseria di Panevino, Bologna proprio non piace. È una città umida, dove l’unica cosa bella è lo scricchiolìo che fanno le foglie secche in autunno. Ma non è sufficiente per una adolescente alle prese con un corpo che cambia e una mente in cerca di riferimenti e di radici.
Per arrivare lì, Rossana è stata privata di tutto: i suoi amici, il padre che non ha seguito l’idea della madre, la nonna che si è ammalata e ora non c’è più, gli amici. Solo il cane Pulce è rimasto con lei. D’altronde, l’aveva scelta lui, in un momento di «randagismo» che aveva colpito entrambi.

In ribellione aperta con la nuova situazione, Rossana ha pensato bene di strozzare il respiro in gola e di lasciarsi soffocare dall’asma. Succede spesso, ormai, tranne quando corre, libera, nel parco e allora tutto sembra andare per il verso giusto. Non c’è nessuna allergia a giustificare quel blocco vitale, semplicemente l’angoscia, l’impotenza, la paura. È il panico a interrompere il suo quotidiano, con quelle fastidiose irruzioni che la conducono dritta dritta al pronto soccorso in codice rosso.
Respiro, il romanzo di Maria Beatrice Masella (l’autrice che ha dato i natali a Hanna Fou, ragazza sportiva e sbarazzina), pubblicato dalla casa editrice Sinnos (pp. 190, euro 12,50) entra tra le pieghe dell’«età ingrata» con grande leggerezza, una buona dose di ironia (leggibile soprattutto nei sommarietti che introducono ogni capitolo) e lo sguardo dolceamaro della teenager nostalgica. Nonostante le difficoltà – l’incontro con una nuova classe dove la maggior parte dei ragazzi «fa massa», l’amicizia con l’eccentrica Sara che la scuola ha pensato bene di abbandonarla, il primo bacio furtivo – Rossana attraversa le consuete fasi dell’iniziazione alla vita adulta resistendo stoicamente ai cicloni emotivi: depressione, senso di inadeguatezza, pranzi natalizi scomparsi, malattia della madre a moltiplicare l’inquietudine. «Perché non mi avevano detto chiaro e tondo che qualsiasi imbarcazione può sfrracellarsi sugli scogli in una notte di burrasca senza luna e senza fari?», si chiede Rossana nei momenti bui. Si aggrappa ai sogni, dove c’è la nonna avvolta nei suoi profumi di cucina, ad una psicologa col camice svolazzante, al tempo sospeso della convalescenza e dell’attesa di una normalità che però stenta a manifestarsi, si rade i capelli per «solidarietà» e per esorcizzare il tumore che è entrato in casa. Non è grave, per fortuna.
Sua madre, rimasta incinta a diciassette anni, in rotta con la sua famiglia da allora, avrebbe superato anche questo nuovo, subdolo, ostacolo. E poi, a sistemare le cose, a far svanire il baratro della solitudine, arriva Claudio, l’amore sotto a un gelso, il musicista malinconico che suona la tromba e poi il padre, in una fugace scappata dal Sud e in un abbraccio vorticoso con la sua ex bambina.