Non sisfugge, se si è figli del Salento bisogna vestire la maglia a strisce giallorosse del Lecce: chi al principio di carriera come Graziano Pellè chi a coronamento del percorso sportivo come Fabrizio Miccoli, per fare i nomi di calciatori salentini in attività. Naturalmente dal Lecce è passato un leccese verace come il neo-commissario tecnico della nazionale Antonio Conte. Il quale non è rimasto indifferente alle prestazioni da applausi esibite all’estero dal Pellè proveniente da “Monteroni di Lecce”, come ha precisato il centravanti attorniato dagli intervistatori tv. Quella puntualizzazione, nel paese natio a cinque chilometri dal capoluogo, è stata gradita dai concittadini, sindaco in testa, che assistevano alla diretta da Malta, più che del gol realizzato per l’Italia.

Da buoni conterranei, Conte e Pellè, si sono scambiati le cortesie: il mister, che lo ha fatto esordire in azzurro, ha ricevuto in regalo il gol necessario a tenerlo in corsa per il record (e Conte dà peso ai numeri) di vittorie consecutive con la nazionale. Non ci fosse stato un leccese sulla panchina azzurra, Pellè sarebbe stato chiamato a 29 anni di età? Domanda plausibile, visto che proprio nel reparto d’attacco Conte sin dalla prima partita ha voltato pagina col rinnovamento anagrafico, oltreché comportamentale. Dalla nazionale, poco meno d’una decina di anni fa, passò un altro centravanti, dalle caratteristiche fisico-tecniche somiglianti a quelle del ragazzone di Monteroni, che non era salentino però anche questi aveva vestito la maglia a strisce del Lecce: Cristiano Lucarelli. Arrivò nella nazionale pre-mondiale del 2006 di Marcello Lippi a 29 anni e, ancora un’analogia, al debutto segnò un gol. In seguito mise a segno una doppietta (sotto la gestione di Roberto Donadoni) totalizzando in azzurro sei presenze e tre reti, a 31 anni.

Ma, a proposito di età, quanti anni dimostra Pellè? Già, probabilmente, proverebbe qualche disagio un debuttante ventinovenne giocando con Chiellini che appena trentenne è un veterano con la bellezza di 73 gare. Se poi all’esordiente viene attribuito qualche anno in più, il poveretto rischierebbe di deprimersi. Nel dopo partita di Malta l’intervistatrice televisiva facendosi portavoce della curiosità frammista a entusiasmo dei tifosi per la scoperta del nuovo attaccante distintosi in nazionale, sottolineava ammirata (e confusa) il debutto di Pellè alla bella età – accipicchia – di 39 anni. E lui, col sorriso ma risoluto, a chiarire: 29 sono, soltanto 29 anni.