Sarà che a diciotto anni – tanti ne sono passati dalla prima edizione nel 1997 – la «maggiore età» arriva a forza, anche se non la si vuole.

La notizia è una bomba, e non solo per i cinquemila e oltre «forzati della strada» che la prima domenica di ottobre – come ogni anno – si radunano nel Chianti, muniti di bici d’antan e maglia di lana. E la notizia è che L’Eroica passa di mano: al termine di una trattativa durata alcuni mesi, mercoledì scorso un consorzio di privati ha rilevato il marchio dalle mani dei sette soci fondatori. La ‘regia’ dell’operazione è di Brooks Ltd, la fabbrica inglese di selle in pelle divenuta «icona sacra» del ciclismo vintage (e non solo). Ma dietro c’è soprattutto SelleRoyal, il colosso vicentino che nel 2002 ha rilevato proprio Brooks, diventando il primo produttore al mondo del settore; e c’è anche il riminese Alberto Gnoli, amministratore delegato del consorzio Italy Bike Hotels.

Sul valore dell’operazione nessuno si sbottona, ma secondo indiscrezioni affidabili l’ordine è almeno del milione di euro. E non c’è da stupirsi: il giro d’affari annuo attorno a questo evento, solo nel Chianti, è stimato oltre i 5 milioni a fronte di spese organizzative che non superano i 250mila euro. D’altra parte i numeri della bicicletta sono da tempo sotto gli occhi di tutti: nella disastratissima economia dell’Occidente post-crisi, è uno dei pochissimi settori che continua a tirare. Secondo l’ultimo report di Ecf (European Cyclist Federation) nell’Ue a 27 il mercato diretto (produzione e vendita di bici e accessori) vale 18 miliardi di euro annui mentre il valore complessivo generato dall’uso della bicicletta è stimato in 200 miliardi: per avere un termine di paragone, il Pil della Danimarca!.

L’Italia, poi, fa sempre la parte del leone: se è infatti vero che la bici in città si usa ancora troppo poco, il nostro paese continua a possedere i marchi più prestigiosi del mondo e resta il primo produttore europeo (+22% lo scorso anno). Beneficiando, tra l’altro, dei dazi anti-dumping introdotti nel 2011 contro le importazioni di prodotti cinesi low-cost: una prova straordinaria, e purtroppo poco conosciuta, di quanto abbandonare la deregulation selvaggia del cosiddetto «libero mercato» faccia bene all’economia e al lavoro.

Quanto, poi, all’interno del ‘boom’ della bicicletta pesi l’esplosione più o meno modaiola del ciclismo vintage, è ancora un altro discorso: certo è che da qualche anno a Eurobike – il principale salone mondiale del settore – il vintage occupa ormai stabilmente 1/4 dell’esposizione se non di più. E che, per fare un esempio, tutti i grandi produttori hanno ‘rimesso in linea’ telai in acciaio, maglie di lana anni Cinquanta e tutto un merchandising ‘dedicato’.

Visto il quadro, dunque, che l’Eroica facesse gola a molti era inevitabile. Ma perché cedere ai privati un ‘gioiellino’ che non solo stava egregiamente in piedi da solo, ma si è dimostrato capace di moltiplicare per 20 l’investimento di partenza? Un gioiellino, sia chiaro, che del cosiddetto ‘sistema’ del Monte dei Paschi di Siena – quel «groviglio armonioso», come lo definì il potente capo della massoneria toscana Stefano Bisi – non ha certo beneficiato. E dunque?

«Eravamo arrivati a un punto in cui per continuare a mantenere la paternità su un evento che definirei ‘artigianale’ – ci racconta l’ideatore della manifestazione Giancarlo Brocci, che si assume la responsabilità di garantire la continuità – non potevamo non affidare la gestione del marchio a un grande gruppo internazionale».

«L’evento di Gaiole – spiega al manifesto Andrea Meneghelli, marketing manager di Brooks e SelleRoyal – sarà sempre organizzato dalle stesse persone che lo hanno fondato e gestito. Noi vogliamo tutelare e far crescere il marchio a livello internazionale, puntando subito sul Giappone e il Regno Unito, ma soprattutto sugli Stati uniti». All’orizzonte ci sarebbe una Eroica addirittura in California, entro il 2016. Per l’esattezza nella Napa Valley, dove sì c’è appena stato un terremoto, ma non mancano vigneti e strade bianche.