Matteo Lepore, classe 1980, assessore a Cultura e Turismo a Bologna, dirigente Pd, ha una compagna e due figli, un lavoro in Legacoop, dal 2004- quando erano presidente e vice del quartiere Savena, periferia est di Bologna- è stato il braccio destro del sindaco Virginio Merola. Ora è arrivato il momento di nuotare da solo. La sua candidatura alle primarie del 20 giugno contro la sindaca renziana di San Lazzaro Isabella Conti ha assunto un valore nazionale, con Letta e Conte a giocarsi nei gazebo l’idea di un nuovo campo progressista. Ieri sera il leader Pd è arrivato in città per una cena di finanziamento vecchio stile.

Che effetto le fa essere il portabandiera dell’asse Pd-M5S-sinistra?

Bologna è sempre stata una città anticipatrice, penso alla nascita dell’Ulivo. E così alle primarie i bolognesi si esprimeranno anche su una linea politica, su un progetto di prospettiva. Bologna è la città più di sinistra in Italia, il luogo giusto per sperimentare un grande fronte progressista, sono orgoglioso di questa bandiera.

Dopo la caduta di Conte, Italia Viva non fa parte delle coalizioni di sinistra praticamente in nessuna città. Chi ve l’ha fatto fare di farli correre alle primarie?

Dalle regionali del 2020 in cui Stefano Bonaccini ha vinto contro la Lega qui è nata l’idea di un fronte progressista largo, che tenga dentro anche realtà civiche e movimenti come le sardine. Così quando si è iniziato a lavorare per le comunali abbiamo aperto le porte a chi aveva partecipato a quella coalizione, compresa Iv.

Solo che IV, nel frattempo, ha cambiato idea.

Hanno una posizione ambigua, un piede nel centrosinistra e uno nel centrodestra. Ma a un certo punto la politica obbliga a scegliere.

A Bologna non c’è una coalizione definita. Se vince lei il Pd sarà alleato con M5S e sinistra, se vince Conti chissà…non è singolare?

Con Isabella ci siamo detti che rispetteremo l’esito delle primarie, lavoreremo insieme.

Vuole coinvolgerla nella giunta?

Calma. Dopo le primarie apriremo la fabbrica del programma, su consiglio di Romano Prodi che lo fece alle politiche del 2006. Ci saranno Elly Schlein, personalità del mondo cattolico, le imprese, i 5 stelle, esperienze come le cucine popolari di Roberto Morgantini. Se vorrà anche Conti. Chi sottoscriverà il programma della fabbrica farà parte della coalizione per le elezioni d’autunno.

Sarà un laboratorio per la politica nazionale?

Credo che lì nascerà un’idea di coalizione che poi sfiderà la destra alle politiche.

Sulle sue spalle una bella responsabilità. Conte e Letta si giocano la faccia a Bologna.

La mia prima responsabilità è verso i bolognesi. E del resto anche gli avversari mi riconoscono una certa coerenza: io il sindaco lo voglio fare davvero. Ai leader nazionali il loro mestiere nel costruire l’alleanza, noi facciamo il nostro.

Lei ha denunciato il rischio che pezzi di centrodestra vengano ai gazebo per votare Conti inquinando la partita. Ma anche il M5S non partecipa alle primarie, eppure Conte ha dato indicazioni di voto per lei.

Sono due cose molto diverse. Conte fa parte del campo democratico e l’ha dimostrato coi fatti. Mentre ogni giorno esponenti di centrodestra, o addirittura aspiranti candidati sindaco di quella parte, come il direttore di Ascom Giancarlo Tonelli, si schierano con lei. Per me questo è inaccettabile.

Molti sono volti noti. Impedirete loro di votare?

Io sono un concorrente, non faccio le regole. Mi limito a dire che è un comportamento grottesco.

Anche dirigenti Pd voteranno la sua avversaria. Perché?

C’è chi vive la politica e la militanza in un partito come un autobus. Non mi meraviglio che tra i nostri iscritti ci sia molta amarezza.

Ha proposto lo ius soli nello statuto del Comune. Che significato ha?

So bene che serve una legge nazionale, ma voglio dare un segnale. Apriremo un ufficio immigrazione che aiuti ad accelerare le pratiche per tante persone che incontro e che vivono e lavorano qui da vent’anni. E ogni anno devono fare la fila in questura per i permessi e scontrarsi contro un muro di burocrazia.

Ha paura che sia una mossa impopolare?

No, e sa perché? Quando Salvini venne al Pilastro a suonare al campanello la gente del quartiere organizzò una manifestazione di protesta. A me e al sindaco che eravamo presenti dissero “la Lega ha valori diversi dai nostri, però tocca a voi liberarci dagli spacciatori”. Ecco, i bolognesi sono così: solidali, accoglienti, ma vogliono vivere sicuri e che le regole si rispettino.

Bologna è una città sicura?

La pandemia ha fermato la socialità che è antidoto all’insicurezza e presidio del territorio. Dobbiamo recuperare in fretta. Così come vogliamo da subito potenziare la sanità e i servizi sociali e creare dei paracadute per quando scadranno il blocco dei licenziamenti e degli sfratti.

Conti vi critica sulla sicurezza.

Deve chiarirsi con Alberto Aitini, assessore alla Sicurezza e suo principale alleato…