Se ne parla come uno dei possibili titoli al prossimo festival di Cannes ma fino al15 giugno il Don Chisciotte di Terry Gilliam non potrà uscire in sala, quindi secondo il nuovo regolamento del festival che limita il concorso solo ai film con distribuzione certa, se arriverà sulla Croisette non sarà per concorrere alla Palma.

 

 

 

La data in questione è quella fissata dal tribunale di Parigi per la sentenza sulla causa che oppone Gilliam al produttore portoghese Paulo Branco sui diritti di The Man Who Killed Don Quixote, un progetto che il regista insegue da almeno vent’anni la cui realizzazione è apparsa subito molto complicata. Le riprese iniziano nel 2000, con Johnny Depp e Jean Rochefort ma vengono interrotte da una serie di disastri (piogge torrenziali, ernia al disco dell’attore francese, problemi legati alla location) tutto «documentato» nel film Lost in la Mancha (2002).

 

 

Gilliam però non si arrende, e nel 2016 si rivolge a Paul Branco produttore di De Oliveira, Ruiz, Zulawski… che si impegna a trovare i soldi mancanti al budget (sembra tre milioni su sedici) prima dell’inizio delle nuove riprese, in settembre.
Branco che ama le sfide si lancia nel progetto, e Gilliam pronto a tutto per realizzarlo cede i diritti di autore-produttore alla società di Branco, Alfama (che nel frattempo ha acquisito i diritti da un produttore inglese anche della sceneggiatura) il quale a sua volta si impegna a rispettare le scelte artistiche e il budget fissato dal regista.

 
Le cose però precipitano di nuovo. Amazon esce dal progetto, Gilliam e Branco non sono d’accordo su nulla – attori, budget … – la preparazione si ferma poco prima dell’inizio delle riprese. Branco valuta di non avere sufficienti garanzie col regista e teme una nuova catastrofe. Gilliam parte col suo film e lo realizza con la società spagnola Tornasol, nel cast ci sono Adam Driver e Jonathan Pryce (non più Michel Palin come previsto nella collaborzione con Branco).
Il regista a quel punto sostiene che il loro contratto è decaduto visto che Branco non ha rispettato gli accordi, e per questo vuole recuperare i diritti sul film. Ma la giustizia dà ragione per due volte al produttore che ha chiesto 3 milioni e mezzo di euro per rilasciare i diritti.Ultimo atto (forse) il 15 giugno.