Anime sintetico e da considerare come preludio al rilancio futuro dell’epopea inventata nel 1986 da Masami Kurumada, I Cavalieri dello Zodiaco La Leggenda del Grande Tempio riassume con rigore fluttuante ma con efficacia pirotecnica tutta l’epopea della lunga prima serie della saga dei combattenti stellari. A causa della sua dimensione riassuntiva il film può quindi deludere chi amò i cartoni animati e la dilatazione sfrenata e violenta della loro epica.

Tuttavia il lungometraggio di Keiichi Sato (doppiato in italiano in maniera egregia da Ivo de Palma e dalla sua squadra) ha un valore che lo emancipa dalla saga di riferimento tanto da risultare godibile per un nuovo pubblico e per i fan storici che riescano a isolarlo dal suo glorioso passato. Un valore dovuto ad un’animazione sospesa tra tradizione cartacea e presente videoludico che nega il realismo «innaturale» di tanti lavori in computer graphic per ricollocarsi in uno stile dichiaratamente manga e nipponico.
Siamo lontani dalla sublime frenesia visionaria e dal magistero tecnico e registico di Final Fantasy Advent Children, sebbene alcuni dei combattimenti del nuovo Cavalieri dello Zodiaco rimandino alle scene marziali del lungometraggio di Tetsuya Nomura più che agli scontri sanguinosi della serie di cartoni animati originale. Ma durante l’ora e mezza de La Leggenda del Grande Tempio lo stupore non cede mai alla noia e il tempo trascorre come quello che si spende sul vagone che corre tra i binari di montagne russe vertiginose ma non troppo per essere apprezzabili anche da un pubblico di bambini, e non è un difetto poiché così il film acquista un aggiunto valore propedeutico per le giovani nuove leve di appassionati di anime.

L’intreccio e i personaggi derivano dal classico, quindi c’è una mitologia grecizzante di base filtrata dalla fantasia nipponica che rielabora miti e li reinventa. Rivediamo Pegasus e la dolce Athena, Sirio con il suo colpo del drago nascente e Andromeda con le sue catene, il leonino e dorato Ioria e un Cancer psicopatico e qui notevole cantante. Gli eroi di Athena attraversano i dodici templi per restaurare il potere usurpato di Athena, sconfiggendo nemici e acquistando nuovi alleati, fino al confronto finale.

Nella sua forma rapsodica e nella progressione veloce e ritmata per livelli, La Leggenda del Grande Tempio ricorda un sempreverde della cinematografia a base di arti marziali che all’epoca anticipò le architetture ludiche e narrative dei videogiochi: Game of Death, in italiano L’Ultimo Combattimento di Chen (1978), film realizzato cinque anni dopo la morte di Bruce Lee in cui l’eroe postumo sale i piani di una torre nella quale ogni livello implica una lotta diversa. Da vedere senza pregiudizi, accarezzando i propri ricordi senza tentare di sovrapporli per forza alla visione, I Cavalieri dello Zodiaco La Leggenda del Grande Tempio è un film che evita con grazia la mediocrità convincendo con l’epica ridotta e contenuta di una novella e non quella di un lungo romanzo.