Ieri il occasione della registrazione del vaccino anticovid-19 sviluppato dagli scienziati del Centro di ricerca nazionale di epidemiologia e microbiologia russo “N.F. Gamaleya”, Vladimir Putin ha voluto essere presente di persona alla conferenza stampa per illustrare un successo che dovrebbe dare lustro al paese in tutto il globo.

L’annuncio che l’antidoto era pronto era già stato dato una decina di giorni fa ma era finito nella cronaca internazionale, sopraffatto da altre notizie. Così gli specialisti di comunicazione del Cremlino hanno consigliato al presidente di esporsi in prima persona perché come è noto la sua presenza è sempre miele per i media occidentali. In realtà la notizia è stata mezza smentita: il 1 agosto si era parlato dell’inizio della produzione e distribuzione di massa del vaccino per i primi di ottobre mentre ora più prudentemente Putin ha parlato di “prossimo futuro”, ma la data probabile resta gennaio 2021. Il che renderebbe il primato russo ancora più incerto: la società russa privata R-Pharm che sta lavorando a un altro vaccino assieme al colosso farmaceutico britannico-svedese AstraZeneca all’Università di Oxford, già da tempo afferma che inizierà a produrre il vaccino anch’essa nelle prime settimane del nuovo anno. L’annuncio russo oltre ad avere un risvolto propagandistico ne ha uno commerciale: la Russia avrebbe avuto richieste per la produzione di un miliardo di dosi del vaccino da 20 Stati, soprattutto asiatici e africani.

Per rendere ancora la cosa più appetibile Putin ha affermato che anche sua figlia si sarebbe sottoposta al vaccino con risultati eccellenti, ma sopratutto in chiave interna l’annuncio ha prodotto poca risonanza. Nella Federazione Russa l’epidemia morde ancora e ieri i casi registrati su scala nazionale erano ancora sopra i cinquemila con un centinaio di morti. A Soci, nel sud della Russia, dove tante famiglie sono andate a riposarsi in queste settimane, visto che le frontiere per ora restano chiuse, si è aperto un nuovo focolaio visti gli assembramenti in spiaggia così che i locali ospedali hanno dovuto chiedere rinforzi.

Putin con la crisi politica nella vicina Bielorussia e una recessione che si prospetta durissima in autunno ha bisogno di risalire la china del suo rating di popolarità. A tal fine anche un successo, forse presunto, come quello del vaccino anti-Covid potrebbe aiutare.