I cancelli sono stati aperti alle sette di sera, con un aperitivo per i primi ospiti in attesa del treno del primattore, annunciato per le nove e con la fermata (che sarà soppressa…) proprio accanto alla vecchia stazione. Ancora una volta Leopolda, ancora una volta Matteo Renzi sul palco, a sette anni dagli esordi in tandem con Pippo Civati, ad appena dodici mesi dal primo vero, sonoro schiaffo ricevuto dagli italiani e dalle italiane.
Proprio gli esiti, per lui infausti, del referendum hanno convinto Renzi a tornare Renzie, ammesso che il segretario del Pd sia mai stato diverso dal finto rocker in giubbotto di cuoio, ritratto in una copertina ormai cultissima del berlusconiano “Chi”. Si torna alle origini, non per la nostalgia dei vecchi tempi andati: i sette under 40 su dieci che hanno barrato il “No” al referendum sono un dato di cui al Nazareno tengono molto di conto. Né sono i soli, visto che l’ex Cavaliere sta facendo casting da mesi per presentare “facce nuove”, specialmente giovani, alle elezioni. E alla Casaleggio&associati stanno facendo lo stesso: tu chiamale, se vuoi, “indagini di tendenza”.
L’altra grande tendenza arriva dall’ultima rilevazione Index, che assegna al Pd un ormai stabile 25%, e che soprattutto conferma l’esistenza di un’enorme sacca di non voto (37,5%) e di indecisi (16,3%) se presentarsi o meno alle urne. In questa sconfinata prateria sono già a caccia di giovani bisonti i primi tre partiti italiani. E Renzi lo mette per scritto, sulla sua e-news: “Sarà un’edizione poco governativa e molto vecchio stile, con un gruppo di ragazzi nati negli anni Novanta che mi aiuteranno a guidare la discussione. Anni Novanta, ci rendiamo conto?”. A parte l’uso disinvolto delle maiuscole, l’input politico è chiaro.
Al fianco del conducator le amiche di sempre: in archivio Simona Ercolani dopo il flop delle sfide referendarie, torna in regia Maria Elena Boschi, e nel momento del bisogno riecco Simona Bonafé. Quanto ai ministri, già sicuri Marco Minniti, Roberta Pinotti e Marianna Madia, mentre ai tavoli tematici ci sono i parlamentari Di Giorgi ed Ermini, Morani e Bonaccorsi, Marcucci, Coppola e Fregolent. Assenti le altre anime ufficiali del Pd (Emiliano e Orlando), si spera nella sorpresa Veltroni.
L’anno scorso arrivarono in 26mila alla Leopolda, quest’anno l’obiettivo è analogo. Il sito per le info utili e lo streaming è www.leopoldastazione.it, il titolo “L8-in/contro” – “L’invito a chi verrà a Firenze – decodifica Renzi – è raccontarci per cosa ciascuno di voi vuole lottare” – il costo stimato (da loro, ndr) della kermesse circa 200mila euro. Non mancherà, naturalmente, “la verifica sul reale stato di situazione economica del paese, con l’esposizione dei numeri e il fact-checking sulle bufale di questi mesi”. Per chi si registra, infine, c’è in premio la meritoria apertura straordinaria di Palazzo Strozzi questa sera per la bella mostra “Il Cinquecento a Firenze. Tra Michelangelo, Pontormo e Giambologna”, a prezzo popolare (4 euro).