Leonardo provava un certa insofferenza verso la pittura nonostante proprio in quel campo sia stato fra gli artisti più grandi e innovatori. Da uomo, osservava i colori del cielo al tramonto, annotava i cambiamenti atmosferici, studiava le ombre sulle vele delle barche a Piombino. Era il mondo stesso a meravigliarlo, l’armonia della natura e in questa capacità di stupore consiste anche quel suo umanesimo dal gusto eccentrico: un umanesimo mai astratto che ha trasformato il pensiero e l’arte di Leonardo da Vinci in un’icona in grado di bucare le barriere del tempo.
Antonio Forcellino, architetto, restauratore e storico, ha dedicato molti anni della sua vita di studioso alla «triade» rinascimentale della perfezione – Michelangelo, Leonardo, Raffaello – corredando la sua passione con una serie di romanzi che intrecciavano letteratura, fiction e documenti reali. Fra gli ultimi e ancora in corso di pubblicazione c’è la trilogia che va sotto il titolo Il secolo dei giganti (edita da HarperCollins). Il primo volume (Il cavallo di bronzo) è incentrato sulla biografia e il talento versatile – scientifico, artistico e anche letterario – del pittore della Gioconda.
In attesa della mostra voluta dall’Accademia dei Lincei a Villa Farnesina (apertura il 3 ottobre), si può rendere omaggio al cinquecentenario dell’artista con l’audiolibro Leonardo, genio senza pace, una coedizione Emons-Laterza (dodici ore di avventurose affabulazioni con la voce di Alessandro Benvenuti). È un avvincente racconto biografico (il libro cartaceo era uscito nel 2016) che segue l’artista fin da quando, già nell’infanzia, Leonardo privo di una formazione accademica è avido di conoscenza. Una straordinarietà testimoniata anche da un contesto famigliare che nulla faceva presagire di quel destino futuro. «Volevo narrare una storia vera del Rinascimento – afferma Forcellino – quella di un bambino nato da uno stupro in un paese minuscolo come Vinci che poi giunge nella evolutissima Firenze e comincia a interrogarsi sulle sorti dell’umanità».