I numeri sono fuori misura: duecento opere da un centinaio di musei e una distanza di più di mezzo millennio dalla sua nascita (15 aprile 1452, « a ore 3 di notte»). Un percorso vertiginoso, allestito con prestiti difficilmente reperibili (per esempio, i trenta disegni della collezione della Regina Elisabetta o i tre dipinti del Louvre), trentotto disegni dal Codice Atlantico, dodici sezioni tematiche che provano a incasellare una produzione selvatica, che sfugge a tutte le regole. Infine, una lista da capogiro di sponsor. E al centro di questa macchina spettacolare c’è un uomo dall’intelligenza brulicante, poliedrica, fluida, creativa, in grado di mutare continuamente la sua visione del mondo, seguendo le «rotte» della scienza indissolubilmente legate a quelle dell’arte. Un uomo che consegna all’evidenza la capricciosità (solo apparente) fenomenica della natura.

19 ID 348. Leonardo da Vinci Testa maschile di profilo coronata di alloro TORINO BIBLIOTECA REALE
Testa maschile di profilo coronata di alloro (1506-08), Torino Biblioteca Reale

È lui, infatti, Leonardo Da Vinci, il deus ex machina dell’Expo: a Milano, l’artista si trasferì nel 1482 (vi rimarrà poi vent’anni) per offrire i suoi servigi a un signore moderno come Ludovico Il Moro e proprio qui si trasformò in ingegnere meccanico (i celebri voli), in urbanista col vezzo di risolvere la situazione critica popolosità di quella città, in architetto di macchine belliche, in magnifico ritrattista e sperimentatore dell’affresco a tempera grassa (nell’Ultima Cena). Studioso e pensatore non smise mai di essere, anche quando si mostrò preoccupato di una certa confusione che sembrava attanagliare corpo e cervello.

D’altronde, della continua ebollizione che riscaldava la sua mente non fece mai mistero, come testimoniano i suoi numerosi appunti, codici, disegni. Tantissimi disegni: a questi ultimi era accordato il privilegio di esplicitare la «legge» interna della natura, l’idea platonica che tutto sottende. A volte, Leonardo fu addirittura uno scienziato «pentito», immaginando il suo ingegno disperdersi in mille rivoli, col rischio di lasciare i progetti e intuizioni nel loro stato embrionale di immaterialità.

La rassegna che oggi inaugura per il pubblico a Palazzo Reale (che l’ha ideata e prodotta insieme a Skira) è curata da Pietro C. Marani e Maria Teresa Fiorito. Visitabile fino al 19 luglio, per due domeniche – il 19 e il 26 aprile, grazie a una iniziativa del Gioco del Lotto – aprirà i suoi battenti gratuitamente.

29 ID 183. Leonardo da Vinci Madonna col Bambino, sant’Anna e un agnello
Madonna col Bambino, sant’Anna e un agnello, (1500-01), Venezia, Gallerie dell’Accademia, Gabinetto Disegni e Stampe

Fra i capolavori inseriti nell’itinerario, ci saranno Il Ritratto di musico dell’Ambrosiana, la Belle Ferronière, l’Annunciazione e il san Giovanni Battista (tutti dal Louvre), la Madonna Dreyfus della National Gallery di Washington. La mostra-monstrum, oltre a un’immersione dentro la circolazione sanguigna, le tecniche di volo, le correnti d’aria, l’erosione delle rocce, lo sfumato come «opera aperta», permetterà anche di sfogliare virtualmente il Codice Trivulziano 2162 (taccuino di appunti autografi) e proporrà codici, incunaboli, sculture, cinquecentine provenienti da musei e biblioteche del mondo, insieme a opere di artisti come Antonello da Messina, Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Francesco Di Giorgio Martini. La Cineteca italiana promuove, inoltre, nove film dedicati a Leonardo, che verranno tutti proiettati al Mic, museo interattivo di c

inema nel mese di maggio.