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L’ennesimo scontro tra gli alleati di governo passa per il metanodotto sardo

L’ennesimo scontro tra gli alleati di governo passa per il metanodotto sardo

Gas Salvini, in tour elettorale sull'isola, appoggia il progetto. 5Stelle contrari, e Toninelli frena

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 23 novembre 2018

«È antistorico che la Sardegna non abbia ancora una rete di distribuzione del metano. Mi faccio carico di parlarne con i colleghi al governo. So che la giunta Pigliaru è favorevole. Da autonomista ritengo che debbano essere i territori a decidere su alcune scelte che li riguardano, come sanità e infrastrutture. Penso che l’Italia debba avere più energia e pagarla di meno. Soprattutto in un’isola come la Sardegna». Così Matteo Salvini in un’intervista alla Nuova Sardegna rilasciata alla viglia della sua visita nell’isola. Una frecciata lanciata all’alleato di governo M5S, che alla costruzione del metanodotto si è dichiarato contrario, insieme, per la verità, a quasi tutto lo schieramento ambientalista sardo.

Dopo l’ok della giunta Pigliaru, un altro input favorevole alla costruzione del metanodotto è arrivato, una settimana fa, dalla Commissione europea, che ha dato il via libera alla nascita di un nuovo soggetto giuridico, la Sardinia Newco, risultato dalla fusione delle quote tra Snam e Sgi. Le due società avevano presentato progetti distinti, ma adesso camminano a braccetto.

Dovrebbe toccare quindi alla Sardinia Newco realizzare e gestire l’infrastruttura che dovrà portare il metano nell’unica regione italiana che ne è sprovvista.

Un’altra stoccata contro il movimento grillino, assestata da Salvini sempre nell’intervista alla Nuova Sardegna, è il Sì ai termovalorizzatori, ai quali anche la Sardegna è interessata: «Io bado alla sostanza e non alla forma. Se il presidente del Consiglio mi dice che ha soluzioni alternative per risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti, io non sono un tifoso a oltranza dei termovalorizzatori. L’importante è che non rivediamo i cumuli di immondizia ai margini delle strade».

Sul metanodotto pochi giorni fa i 5Stelle hanno replicato al segretario regionale della Cgil Michele Carrus, che invece è favorevole. «La Cgil sostiene una tesi discutibile, del tutto infondata sotto il profilo industriale ed energetico. Tesi che rivela una preoccupante confusione da parte del sindacato sul tema dell’energia e sul funzionamento stesso del sistema di produzione dell’energia», ha dichiarato Andrea Vallascas, capogruppo M5S nella commissione del consiglio regionale sulle attività produttive. «Ricordo a Carrus – ha spiegato Vallascas – che abbiamo inserito il Gnl (gas naturale liquefatto) nel Programma energia del Movimento perché consideriamo il gas una fonte importante per sostenere il processo di transizione dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili. Ma siamo del tutto contrari alla realizzazione di nuove infrastrutture di trasporto del gas, come i metanodotti, perché le consideriamo inutili, invasive per l’ambiente e gravose per i cittadini (i costi di realizzazione finiranno in bolletta). Per i tempi di realizzazione e gli investimenti impiegati, la loro costruzione può trasformare la fase di transizione in fase permanente, a scapito dei processi di diffusione dell’elettrificazione e delle rinnovabili».

Anche Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture, frena: «I settecento milioni previsti per realizzare l’opera possono essere usati per raggiungere in altri modi l’autonomia energetica, che deve passare da fonti alternative ed efficienza».

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