Erano tre i cartelli che ieri mattina, a Milano, nove gruppi di attiviste e attivisti di Extinction Rebellion – movimento internazionale che si batte per la giustizia climatica ed ecologica – hanno alzato occupando pacificamente le hall di alcune tra le più importanti televisioni, giornali e radio italiane. Dicevano: «Codice rosso per l’umanità: il clima è già cambiato», «I governi parlano e non decidono», «Aiutateci a raccontarlo». Tradotto: siete davvero parte del problema o volete aiutarci ad affrontarlo?

IL MESSAGGIO È STATO recapitato nelle sedi di Sky, La Repubblica, La Stampa, RCS, Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, Il Fatto Quotidiano, Open, Libero, Virgin Radio, Radio 101, Radio 105 e Radio Montecarlo. Anche se gli attivisti indossavano una pettorina con scritto «io sono nonviolento», in un caso – Il Sole 24 Ore – sono stati strattonati, mentre non è stato possibile entrare al piano terra della torre che ospita la redazione milanese della Repubblica, dove il sit in si è svolto all’esterno. «Non abbiamo chiesto di parlare con i direttori, è stato una nostra scelta. Inutile entrare nelle loro stanze, ascoltare le loro parole, sempre a porte chiuse. Abbiamo chiesto di far scendere dei giornalisti e di fare un pezzo, come ha fatto Libero, che ha pubblicato un articolo corretto, senza distorcere i fatti, e siamo già andati in onda anche al Tg delle 13.30 su La7, nell’ambito di un servizio dedicato alla Pre-COP» spiega al manifesto Annalisa Gratteri, tra i portavoce di XR in Italia, tra le cinque persone entrare nella sede di RCS. «La Digos ci ha identificati ovunque, in un clima di serenità. Solo al Sole 24 Ore paiono intenzionati a denunciarci, per invasione arbitraria» aggiunge.

L’AZIONE, CHE SI È CHIUSA alle 13, ha visto la presenza di attivisti italiani supportati anche da alcuni arrivati in Italia dal resto d’europa per prender parte al Milano Climate Camp, che inizia oggi. Nel pomeriggio di ieri, alle 15, una seconda azione di Extinction Rebellion ha portato ad un sit-in in corso Sempione, di fronte alla redazione della Rai. Il messaggio era lo stesso del mattino: «Dovete trattare i cambiamenti climatici in maniera più sistematica e a 360 gradi, perché non basta riportare alcuni aspetti come i disastri meterologici o le cosiddette “soluzione tecnologiche” ai problema legati alle emissioni e al riscaldamento globale» sottolinea Gratteri.

I SIT-IN DI IERI FANNO parte della settimana di mobilitazione lanciata da diversi movimenti italiani in occasione degli incontri della preCop26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, in cui i delegati di oltre 40 Paesi del mondo si incontrano al MiCo center di Milano fino al 2 ottobre per confrontarsi informalmente sugli aspetti politici chiave della prossimo summit mondiale sul clima, in programma a Glasgow. Oggi sono attesi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e quello del Consiglio, Mario Draghi.

AL MICO, INTANTO, è in corso anche «Youth4Climate», la conferenza dei giovani sul clima da cui l’altro ieri Greta Thunberg ha tuonato contro l’inazione dei governi. Quasi 400 giovani, delegati da 186 Paesi, hanno discussono insieme – riuniti in tavoli di lavoro – quattro temi, per elaborare un documento con proposte da presentare oggi all’apertura della Pre-COP26. I temi: il ruolo dei giovani nella lotta alla crisi climatica, la ripresa sostenibile dopo la pandemia, il coinvolgimento degli attori non governativi nella lotta al cambiamento climatico, la costruzione di una società più consapevole delle sfide climatiche. «Ogni delegato porta la sensibilità del suo paese – racconta una dei due delegati italiani, Federica Gasbarro, 26 anni, studentessa di Scienze biologiche e green influencer -. Il latinoamericano parla della povertà, quello del Madagascar dell’acqua. Ma non è difficile parlare di clima con i miei coetanei. Alla fine ci troviamo tutti d’accordo nel chiedere ai nostri governi di non rubarci il futuro».

QUALCUNO DEVE AVER consigliato al padrone di casa, il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, di cambiare tono. Così dice «i ragazzi sono fenomenali, sono bravissimi», esortandoli in un incontro plenario fuori-programma ad essere «chiari e diretti».

L’ENDORSMENT PIÙ BELLO, però, è quello che arriva da Papa Francesco, che con un videomessaggio parla ai delegati per ringraziarli «per i sogni e i progetti di bene che voi avete e per il fatto che vi preoccupate tanto delle relazioni umane quanto della cura dell’ambiente». La preoccupazione dei giovani fa bene a tutti, perché è una visione «capace di mettere in crisi il mondo degli adulti, poiché rivela il fatto che non solo siete preparati all’azione, ma siete anche disponibili all’ascolto paziente, al dialogo costruttivo e alla comprensione reciproca».

BERGOGLIO, che alla cura della nostra casa comune ha dedicato nel 2015 l’enciclica Laudato si’, avverte la stessa urgenza dei giovani: «Non c’è più tempo per aspettare, bisogna agire».