Nessun emendamento. Non è dalla legittima difesa che arriveranno scossoni per la maggioranza giallobruna. Del resto ce ne sono già a sufficienza sugli altri fronti, dal reddito di cittadinanza alle grandi opere, dalle nomine a da ultimo al diversivo della cannabis. I deputati del Movimento 5 Stelle non sono entusiasti del provvedimento bandiera della Lega che allarga le maglia della non punibilità di chi spara agli intrusi. Ma così come i colleghi senatori in prima lettura, non si metteranno di traverso. Anzi, se a palazzo Madama avevano presentato emendamenti correttivi per poi ritirarli, alla camera hanno evitato persino il gesto. In commissione giustizia ieri si sono chiusi i termini e gli 81 emendamenti depositati risultano tutti firmati dalle opposizioni.

Il testo di legge resterà così quello arrivato dal senato. La Lega conta di riuscire a metterlo in calendario per l’ultimo sì nei primi giorni di febbraio. Le mediazioni con i grillini ci sono state e ci saranno su altri terreni, con differenti provvedimenti di legge. L’accordo di Yalta che regge il governo prevede il reciproco rispetto delle zone di influenza e a Montecitorio nello stesso giorno in cui si comincerà l’esame in commissione degli emendamenti alla legittima difesa – mercoledì 16 -, in aula comincerà a camminare la riforma costituzionale del referendum propositivo che per i 5 Stelle è la bandiera delle bandiere. Una legge che non fa scaldare il cuore della Lega – le proposte di Salvini in tema di riforme erano diverse e opposte, tipo il presidenzialismo – ma sulla quale i leghisti hanno comunque messo a segno qualche correzione. Innanzitutto l’introduzione di un quorum. Più abili, i deputati della Lega hanno sempre potuto giocare sul fatto che alla camera le loro posizioni erano condivise da tutte o da alcune opposizioni. Nel caso delle legittima difesa il provvedimento è addirittura già stato votato da Forza Italia e Fratelli d’Italia; le richieste di modifica della destra vanno nella direzione di legalizzare la difesa armata, dovrebbe essere il pubblico ministero a provare l’illiceità in tutti i casi di reazione all’interno del domicilio.

«Non siamo scesi a compromessi con il Movimento 5 Stelle, per noi il testo del provvedimento approvato al senato è perfetto così», ha detto ieri il deputato leghista della seconda commissione Riccardo Marchetti. La legge prevede che la difesa con un’arma detenuta legittimamente sia considerata «sempre» proporzionata se avviene all’interno dei luoghi di proprietà. L’eccesso colposo non sarà più punibile se chi ha agito lo ha fatto «in stato di grave turbamento derivante dalla situazione di pericolo in atto». Secondo l’Associazione magistrati questa novità sarà fonte di problemi perché è arduo distinguere un turbamento semplice (punibile) da uno «grave» (non punibile). La legge introduce anche un – rituale – aumento delle pene per i reati di violazione di domicilio, furto e scippo e prevede una generica «priorità» nelle udienze penali per i processi relativi ai delitti di omicidio colposo.