La maggioranza materiale approva la legge sulla legittima difesa mentre la maggioranza formale Lega-5 Stelle tocca il punto più basso al senato. Senza ministri grillini in aula e ormai stabilmente senza un buon numero di senatori pentastellati, il «contratto» che regge il governo va avanti grazie allo spostamento a destra del suo asse. Come già nel voto per salvarlo dal processo per la nave Diciotti, Matteo Salvini festeggia invitando i vecchi alleati di Forza Italia e Fratelli d’Italia. I 5 Stelle sono ormai ospiti non essenziali, non votano in sedici. Molti mascherano il disagio dietro una missione, ma in sei – cinque donne (Fattori, Nugnes, La Mura, Montevecchi, Floridia) e un uomo (Mantero) – disertano senza autorizzazione, altro lavoro per i probiviri.

LA MAGGIORANZA formale si ferma a 142 voti, sarebbe ormai minoranza non fosse per l’abbraccio della destra che copre tutto. Anche molte assenze a sinistra, alla fine mancano voti a tutti. Favorevoli alla legittima difesa senza limiti 201, contrari 38. La legge va alla firma del presidente della Repubblica.

È UNA LEGGE con lo slogan dentro, l’avverbio «sempre» inserito nell’articolo 52 del codice penale. D’ora in avanti la proporzionalità della reazione contro qualsiasi intrusione violenta nel domicilio o sul posto di lavoro sarà sempre presunta. E le presunte vittime, cioè gli sparatori che la Lega ha invitato sulla tribuna del senato, approvano. Anche se sono stati tutti alla fine assolti con la legge corrente, o sarebbero condannati anche con le nuove norme perché hanno colpito chi era in fuga. Salvini aveva pronta «da quindici anni» la maglietta con la stessa scritta che ha fatto imprimere nel codice: «La difesa è sempre legittima».
Dissente l’Associazione nazionale magistrati, secondo la quale «un procedimento penale dovrà essere comunque aperto e le indagini andranno fatte, ma con la nuova legge tutti saranno meno garantiti perché prevede pericolosi automatismi e ha grandi difficoltà di interpretazione. Per non parlare dei numerosi dubbi di incostituzionalità». «Bene, così la legge sarà cassata» commenta il deputato 5 Stelle Luigi Gallo, uno di quelli che si erano assentati alla camera.

LA TERZA LETTURA, primo caso nella legislatura per una legge di iniziativa parlamentare, si deve all’ansia di strafare della Lega: a ottobre aveva inserito una previsione di spesa per il gratuito patrocinio a chi si fa giustizia da solo anche per il 2018, avendo creduto alla promessa di Salvini che la legge sarebbe stata approvata entro l’anno scorso. Così il passaggio finale al senato è stato rapidissimo. Giusto il tempo di cancellare una riga e ascoltare alcune perle. Il senatore avvocato di Forza Italia Enrico Aimi fare appello «al coraggio degli italiani, difendetevi da soli!». La senatrice Daniela Santanchè di Fratelli d’Italia spiegare che gli italiani con la pistola sono quelli più amichevoli con gli immigrati. Il senatore grillino Stefano Lucidi prendersela con «gli intellettuali comunisti che hanno distrutto il paese pensando che sia giusto introdursi in casa d’altri». Sorpreso Ignazio La Russa: «Allora questi non sono tutti di sinistra».