Oggi in commissione giustizia al senato si cominciano a votare gli emendamenti al nuovo testo che allarga le maglie della legittima difesa, la prossima settimana arriverà in aula. L’obiettivo della Lega, e dei 5 Stelle al seguito, è di approvare la legge prima della fine dell’anno. I tre emendamenti presentati dai 5 Stelle con i quali si sarebbero limitati almeno un po’ i casi di non punibilità per chi spara all’interno delle sue proprietà non saranno messi in votazione. Il senatore grillino Urraro (un avvocato campano con un background di destra) li ha ritirati.

Salvini non ha voluto sentire ragioni, la Lega ha vinto questa mano, del resto ieri è stato il giorno in cui, sempre al senato, ai 5 Stelle è stata garantita la vittoria di bandiera del taglio vitalizi e la festa di piazza. Il ministro della giustizia Bonafede, 5 Stelle, che qualche giorno fa aveva tentato di frenate il vicepremier leghista ricordando che la materia della legittima difesa è di competenza del Guardasigilli e non del ministro dell’interno, si è preoccupato soprattutto di smentire le tensioni tra i gialli e i verdi del governo Conte. Ha postato per questo una foto del tavolo di lavoro al suo ministero, attorno al quale ieri mattina è stato raggiunto l’accordo di maggioranza. Presenti due sottosegretari alla giustizia, Ferraresi e Morrone (uno grillino, uno leghista), il sottosegretario all’interno Molteni (leghista) e il presidente della commissione giustizia Ostellari (leghista anche lui). Un bell’esempio di ingerenza governativa sul parlamento, esibito senza altra preoccupazione che quella di attaccare i giornali che «strumentalizzano con retroscena per metterci contro». La rivendicazione della vittoria del leghista Morrone non è un retroscena, ma una dichiarazione alle agenzie: «Il ritiro degli emendamenti M5S? Siamo stati convincenti».

Nel nuovo testo presentato da Ostellari – che è anche relatore del provvedimento – gli interventi sul codice penale allargano ancora le maglie della legittima difesa rispetto a quanto già fatto nel 2006 da un altro leghista, l’allora ministro della giustizia Castelli. Eliminando il concetto di «proporzionalità» tra potenziale offesa e difesa, che adesso è il giudice a dover valutare, si stabilisce che la difesa è sempre legittima per «colui che compie un atto per respingere l’intrusione posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica». Il Movimento 5 Stelle avrebbe voluto aggiungere «alle persone» dopo la parola «violenza», così da evitare almeno interpretazioni estensive. Ma ha dovuto ritirare questo primo emendamento all’articolo uno. Gli altri due emendamenti all’articolo due avevano lo stesso obiettivo, per esempio cancellando dalla riforma la non punibilità di chiunque agisca «in stato di grave turbamento», una formula che praticamente legittima qualsiasi reazione violenta. Restano su questi punti gli identici emendamenti di Pd e Leu, ma dopo il richiamo all’ordine dei 5 Stelle non c’è speranza che possano essere approvati.