«Questi sono tutti scemi», diceva Salvini un anno e mezzo fa, quando ad allargare le maglie della legittima difesa ci provava il Pd. Al leghista non piaceva la discriminante psicologica del «turbamento», che assolve in partenza chiunque spari per difendersi in casa propria, perché – sosteneva – dà troppo potere ai giudici. Adesso quella formula, dal vecchio disegno di legge Ermini (ex deputato Pd nel frattempo diventato vice presidente del Csm), è precipitata tale e quale nel testo approvato ieri in prima lettura dal senato. Con l’aggiunta dell’aggettivo «grave» che potrà solo complicare la valutazione del «turbamento» da parte del giudice. Salvini a questo punto esulta: «Promessa mantenuta». Mentre il Pd, che si dice contrarissimo alla legge, sull’articolo 2 che quasi cancella il reato di eccesso colposo di legittima difesa – quale aggredito non può dirsi «turbato?» – vota a favore «per coerenza».

La legge sulla legittima difesa brucia i tempi, l’aula del senato la approva in appena tre ore. Merito della presidenza spiccia del leghista Calderoli ma anche dell’opposizione che fanno il contrario delle barricate. Forza Italia e Fratelli d’Italia votano direttamente a favore, anzi avrebbero voluto qualcosa di più. Il Pd si barcamena tra la denuncia di Far West imminente e la preoccupazione che si tratti di un provvedimento in fondo popolare. Isolato l’ex presidente del senato Grasso, che per Leu ripete come «presumere sempre e comunque l’innocenza di chi usa un’arma in casa è un pericolo serio per uno stato di diritto». Niente da fare: il senato non lascia passare alcun emendamento. Non certo quelli del Movimento 5 Stelle, che il gruppo ha presentato solo per ritirarli immediatamente in omaggio alla Lega; la Yalta gialloverde prevede il rispetto delle reciproche sfere di influenza. E così per tutto il giorno i grillini si costringono in un basso profilo, dal quale viene disgraziatamente fuori il solo senatore Dessì per prodursi in un’appassionata difesa della sacralità del proprio appartamento – si tratta dello stesso signore scoperto ad abitare un alloggio popolare per 8 euro al mese (malgrado gli annunci, non si è dimesso né è stato espulso dal gruppo 5 Stelle).

Alla maggioranza interessa la promessa spot di approvare la legge definitivamente entro l’anno, e a questo punto potrebbe anche riuscirci. Non certo di ascoltare le raccomandazioni dei tanti giuristi ascoltati in commissione. Come il maestro di diritto penale Tullio Padovani, secondo il quale questa legge «accorda all’aggredito una delega in bianco all’esercizio di una frazione del monopolio pubblico della forza». Ai leghisti preme di più dedicare la legge alle «vittime della legittima difesa», intendendo per queste non chi è rimasto ucciso ma chi ha sparato. Come il tabaccaio padovano, ex parà della Folgore, Franco Birolo, citato in apertura di intervento dal relatore Ostellari: «Un uomo che ha avuto paura per sé e per la propria moglie e per la propria figlia che dormiva nella stanza accanto». Il colpo che uccise il ladro partì però nel negozio. Birolo dopo una prima condanna è stato definitivamente assolto. Lo stesso esito hanno avuto quasi tutti i processi per eccesso colposo di legittima difesa negli ultimi quattro anni. In totale sono stati appena quattro (dati comunicati dal ministero al senato per il periodo 2013-16) e c’è stata solo una condanna: in quel caso il ladro era stato colpito fuori dal domicilio e mentre fuggiva. La spiegazione c’è: la Lega ha già allargato le maglie della legittima difesa, lo ha fatto quando era al governo nel 2006.

La nuova legge vuole sottrarre del tutto al giudice il compito di valutare la proporzione tra offesa e difesa, stabilendo che in caso di violazione di domicilio la reazione è «sempre» legittima. Ma il vero obiettivo della Lega, impedire del tutto l’apertura di un procedimento, non è ancora a portata di mano, a meno di non riformare l’obbligatorietà dell’azione penale (c’è un disegno di legge costituzionale all’esame della commissione in senato).
Per evitare che chi spara sia chiamato a rispondere dei danni, la legge interviene anche sul codice civile, in quell’articolo che però già prevede la non responsabilità di chi agisce per legittima difesa – lo si ribadisce! Infine non manca il consueto ritocco verso l’alto delle pene, riguarda adesso la violazione di domicilio, il furto in abitazione, il furto con strappo e la rapina. Il buffo è che le pene per questi reati erano già state alzate l’anno scorso dalla riforma Orlando (Lega e 5 Stelle contrari).

I voti favorevoli del senato sono 195 (ne mancano all’appello una cinquantina), 52 quelli contrari. «Dalle parole ai fatti, la difesa è sempre legittima», commenta Salvini. Sul finire della scorsa campagna elettorale, il leghista aveva sottoscritto in pubblico – durante la fiera «Hit show» a Vicenza – l’impegno a difendere gli interessi dei detentori di armi.