Sono passati duecento anni da quando l’esploratore John Ross partì da Londra per il suo primo viaggio alla ricerca del passaggio a Nord ovest imbarcando una scorta di lattine di carne conservata fabbricate dalla premiata ditta Donkin &Hall, secondo un brevetto ispirato dagli esperimenti del francese Nicolas Appert.

Le scatole di banda stagnata cominciavano il loro viaggio alla conquista del mondo; il loro uso avrebbe permesso di portare nel mondo, fra i popoli, anche i più lontani e i più poveri, cibi di tutti i generi.

I succhi di agrumi conservati in scatola avrebbero permesso di sconfiggere lo scorbuto che affliggeva i marinai per mancanza nei loro cibi di quella che sarebbe stata identificata come vitamina C.

Le scatolette possono venir trasportate per migliaia di chilometri e raggiungere le aree geografiche più lontane, raggiungendo i negozi dei paesi opulenti e in quelli in via di sviluppo, senza che il loro contenuto si alteri.

Alberto Moravia, in una corrispondenza dal suo viaggio in Africa nel 1963, riferisce la sua sorpresa nel vedere, a Maralal, nel Kenya, «l’ultima località in cui arriva la strada asfaltata, prima delle piste che portano al Lago Rodolfo, piramidi di scatolame, con le variopinte etichette, sulle quali si vede il salmone che salta fuori dalle acque canadesi o il bue che sta fermo nel mezzo del prato australiano» (Da: Alberto Moravia, A quale tribù appartieni?)

L’uso dei contenitori di banda stagnata non si esaurisce nel settore degli alimenti; bidoncini di latta trasportano petrolio, benzina, olio lubrificante, vernici, detersivi, diserbanti; la banda stagnata è usata per le bombole spray per cosmetici e vernici.
Il suo successo è dovuto al basso costo, ai tempi brevi della sua fabbricazione e riempimento, alla robustezza unita alla leggerezza, al fatto che è impermeabile all’aria e non lascia passare la luce che può alterare il contenuto di vitamine e può provocare ossidazione e rancidità, è facile da stivare, trasportare e immagazzinare, può conservare inalterati i frutti di un raccolto fino al raccolto successivo, e oltre.

I fenomeni di rigonfiamento delle lattine, che una volta si verificavano, sono ormai molto rari e dipendono dal difetto di conservazione degli alimenti contenuti. Indagini statistiche mostrano che in oltre il 99,5% dei casi il rilascio di stagno negli alimenti non ha superato la soglia di sicurezza indicata in 200 milligrammi per chilo di contenuto e i 100 mg/kg nel caso delle bevande. Il corpo umano può comunque tollerare l’ingestione di molte centinaia di milligrammi di stagno.

È stato ed è oggetto di discussione la contaminazione del cibo da parte del bisfenolo A, un additivo delle resine epossidiche usate in alcuni paesi come rivestimento interno delle lattine per evitare il contatto del cibo col metallo ed oggi vietato.