Operazione sulla carta decisamente rischiosa, la rilettura del repertorio ‘storico’ della Ruggiero – ovvero quello dei Matia Bazar dal 1975 alla sua fuoriuscita dalla band ligure nel 1995 – con l’aggiunta di materiale solista, per solo pianoforte e voce. In miracoloso equilibrio l’operazione supera l’impegnativa prova dei quindici brani, arrangiati da Stefano Barzan e suonati con inventiva da Andrea Bacchetti.

Un disco «provato» attraverso un tour dove Barzan e la Ruggiero hanno proposto il repertorio poi finito in questo album. «Un progetto – confida l’artista genovese – dove affronto il repertorio da me interpretato dal 1974 ad oggi, con un linguaggio musicale il più vicino possibile alla sensibilità di Andrea». Ma è chiaro che è la cantante la chiave di volta della raccolta, rinunciando all’enfasi originale trasfigura i pezzi con delicati ricami vocali, mielismi e un tono drammatico di notevole spessore. E se la rilettura più suggestiva è Cavallo bianco, la «sorpresa» è Ti sento, spogliata dai tiratissimi suoni elettronici che rivive in una dimensione quasi da aria d’opera.