Approvato alla Camera lo scorso 16 luglio, il disegno di legge sulle «Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura» è passato in via definitiva al Senato. Una votazione unanime che ha ricevuto il plauso di chi, alacremente, ha lavorato per fare in modo si arrivasse a questo esito: così sostiene l’Adei (Associazione degli editori indipendenti) secondo cui si tratta di «un risultato storico per il Paese» che colloca l’Italia accanto ad altre realtà europee, per esempio Francia, Germania e Spagna. «Per anni – proseguono, in accordo con Ali (Associazione librai italiani) – ci si è cullati nell’illusione che giocare sulla leva degli sconti fosse proficuo. Si prende finalmente atto che la scelta non ha prodotto i frutti attesi: moltissime librerie e biblioteche in meno, indici di lettura fermi a 17 anni fa».

DI SEGNO OPPOSTO è il parere dell’Aie (Associazione italiana editori) perché «a perdere saranno i lettori», con ricadute consistenti sulle famiglie. La ragione principale si rintraccia nel limite degli sconti in libreria e online che dal 15% – mantenuto per la scolastica – ora passa a un massimo del 5% secondo cui l’accesso all’acquisto di libri era più accessibile. Ridotti anche quelli applicati dagli editori che dal 25% passano al 20%. La perdita sarà, secondo Aie, «di 75 milioni di euro, mettendo a rischio 2mila posti di lavoro».
Colpisce la posizione perché è esattamente per la politica sfrenata degli sconti nel dilagare di un mercato senza più controllo che, dalla parte opposta (cioè quella dei librai indipendenti e dei piccoli editori) si registra la forte crisi del settore all’interno del quale esistono attività – storiche e indipendenti ma ultimamente anche di catena – che chiudono per mancanza di fatturato e a causa della concorrenza muscolare con i grandi colossi (per esempio Amazon) che li ha piegati avendo la meglio; a tal proposito il gruppo Libraccio specifica che «avevamo raggiunto il massimo livello di concorrenza sleale».

IN QUESTO SENSO gli incentivi fiscali per le librerie nella legge sono incrementati di 3 milioni e 250 mila euro. Altrettanto vero è che il bonus cultura è stato tagliato e che domandare, come Aie ha fatto nelle scorse ore, il rafforzamento della «18App», la carta per i diciottenni, che può contribuire a un alleggerimento. Il Piano nazionale d’azione avrà a disposizione, per legge, un fondo di 4 milioni e 350 mila euro che sarà gestito, già da quest’anno, dal Centro per il libro e la lettura. Se basteranno sarà una valutazione da fare in seguito e in ogni caso non è l’unica azione a favore della lettura, i cui dati non sono confortanti. Un milione di euro è la cifra prevista per la promozione della lettura a scuola, e precisamente per «organizzare la formazione per il personale delle scuole della rete impegnato nella gestione delle biblioteche scolastiche».

PATTI LOCALI per la lettura, iscrizione nell’Albo delle librerie di qualità, l’istituzione della Capitale italiana del libro (a cui verranno riconosciuti 500mila euro) misure per il contrasto della «povertà educativa e culturale», sono questi gli elementi che caratterizzano la legge, salutata positivamente dal ministro Franceschini ma soprattutto da quegli editori che sono stati a lungo sofferenti. Per uscire dalla polarizzazione di posizioni sarebbe forse il caso di interrogarsi meglio su quali e quanti siano i modi di presidiare la lettura, a partire dai luoghi da incentivare e le istanze da ascoltare.