Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato un emendamento che apre la strada ad una risoluzione positiva per la vicenda della Casa Internazionale delle Donne. La proposta di legge n.55, il cosiddetto collegato di bilancio, approvata con 27 voti a favore e 18 contrari, ha tra le sue disposizioni un emendamento che offre una sponda utile alle tante piccole associazioni che nella capitale sono state colpite dagli sfratti ad opera delle ammministrazioni, da Alemanno in poi.

IL COMMA EMENDATO fa leva sulla recente riforma del terzo settore, legge 117 del 2017, per affermare che Regione ed enti locali possono attribuire un valore economico alle attività di servizio offerte gratuitamente da gruppi attivi sul territorio. Valore che andrebbe a compensare l’utilizzo del patrimonio pubblico adibito a quei servizi.

L’ATTACCO DELLA GIUNTA Raggi alla Casa Internazionale delle Donne, è stato giustificato dalle morosità della struttura nel pagamento di una retta al Comune per l’impiego degli spazi nella storica sede del Buon Pastore, a via della Lungara. Per ragioni simili si trova sotto sgombero anche la Casa delle Donne Lucha Y Siesta. «Dopo l’approvazione di questo emendamento sarebbe davvero imbarazzante per la giunta Raggi perseverare nella volontà di revocare la concessione a uno spazio fondamentale per la libertà delle donne» dice Cristina Grancio, consigliera comunale ex M5S, ora nel gruppo misto.

IL TESTO DELL’EMEDAMENTO fa riferimento in particolare agli spazi attivi nella promozione della libertà femminile e nel contrasto alla violenza di genere. Tuttavia sono menzionate le associazioni di cooperazione e promozione sociale e le sedi di attività culturali. Un importante riconoscimento politico in una città che negli ultimi anni ha visto restringersi le possibilità per chi opera nel sociale.

«DOPO QUESTA VITTORIA lavoreremo all’istituzione di un fondo per poter non solo concedere spazi fisici ma anche promuovere le attività sociali con sostegni economici concreti» dice Marta Bonafoni, consigliera regionale e tra le promotrici dell’emendamento.