“Le legge di stabilità, oggi, è migliorata”. Enrico Letta prova a difendere al Tg3 quella che una volta si chiamava finanziaria.“Dà risposte agli esodati, sul diritto allo studio, ai tartassati degli ultimi anni come i non autosufficienti e le persone con disabilità. Inoltre fa diminuire i costi sulla casa, e farà diminuire anche quelli sul lavoro. Senza sfasciare i conti, e senza mettersi a fare nuovi debiti”. Nel mentre sul provvedimento, arrivato nel pomeriggio a Montecitorio, si attende la richiesta di fiducia da parte del governo, con l’ok della Camera previsto per la giornata odierna.

Per certo le ultime novità, a partire dalla creazione di un fondo per la riduzione del cuneo fiscale per lavoratori e imprese, da alimentare con le risorse della spending review e della lotta all’evasione, non scuotono gli industriali. Infatti Giorgio Squinzi attacca: “Le risorse sono, a nostro avviso, assolutamente insufficienti”. Per parte loro i sindacati confederali passano dai dubbi già evidenziati il giorno prima da Susanna Camusso della Cgil (“mi pare molto incerto che si tratti di un fondo significativo e consistente”), all’apertura di credito di Raffaele Bonanni: “E’ importante che Letta abbia annunciato l’istituzione di un fondo”. Poi però lo stesso segretario della Cisl specifica: “Le cifre sono quelle che verranno dalla spending review e dall’evasione fiscale, al netto di quello che è programmato per sanare il debito”. Di qui l’interrogativo sull’effettiva quantità di risorse che potranno essere recuperate. Anche perché il governo vuole allargare i benefici del cuneo anche a pensionati, professionisti e piccolissime imprese.

Ci sono invece risorse certe – 950 milioni dal 2014 al 2020 – per mettere un’altra toppa al disastro fatto da Elsa Fornero con gli esodati, salvaguardandone altri 17mila. Quanto al diritto allo studio evocato da Letta, si tratta di 50 milioni dal 2014 per rifinanziare il Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio, e di 80 milioni nel prossimo biennio per le scuole di specializzazione in medicina. Ancora caldo invece il fronte della casa: lo slittamento al 24 gennaio del pagamento della mini rata Imu, e il tetto della Tasi che resta al 2,5 per mille, almeno agli occhi dell’Anci non sono sufficienti. “Manca ancora un miliardo – avverte Piero Fassino – quindi o si modificano le aliquote, portandole al 3,5 per mille sulla prima casa e all’11,6 per mille sulla seconda, oppure si trovano compensazioni alle poste di bilancio, per permettere ai Comuni di recuperare un miliardo e mezzo, e assicurare anche le detrazioni”.

Fra gli ultimi emendamenti che faranno discutere, c’è senza dubbio la sanatoria sui canoni d’affitto pregressi e non pagati dai titolari degli stabilimenti balneari. Mentre sul fronte delle cartelle Equitalia, la soluzione è che potranno essere pagate senza interessi, purché in una sola volta ed entro il 28 febbraio. Fra le novità vanno poi segnalate l’aumento dell’imposta di bollo per i depositi di titoli delle imprese: incentivi alla stabilizzazione dei precari dei call center; un massimo di 50 milioni per aumentare il salario dei contratti di solidarietà; un fondo per le politiche attive del lavoro, un sostegno all’emittenza radiotv e la lotta all’anatocismo.

Ultimi ma non certo per ultimi ci sono il rinvio della riforma sulla Tobin Tax a gennaio, in previsione del semestre italiano di presidenza del Consiglio Europeo, e con una più attenta disamina del suo attuale (facilmente pronosticabile, ndr) fallimento. A ruota il cosiddetto alleggerimento della “web tax”, ulteriormente imbruttita con l’eliminazione dell’obbligo di partita Iva per le società che effettuano commercio elettronico, mentre resta per gli spazi pubblicitari online e il diritto d’autore. Ma su un argomento quantomeno di dimensione Ue, come fra i tanti ha osservato Vincenzo Vita sul manifesto, lo stesso Matteo Renzi aveva osservato: “Giusto evitare l’elusione fiscale delle grandi piattaforme informatiche. Ma questo non si risolve con una battaglia di principio dell’Italia”.