Chiamata diretta dall’estero di 500 ricercatori italiani e stranieri (stanziamento 50 milioni di euro), un concorso straordinario per assumere 500 «professionisti del patrimonio culturale» al ministero dei beni culturali, aumento fino a 6 mila specializzandi in medicina (spesa: 57 milioni nel 2016). Questi i dati principali su università e culturale presenti nella legge di stabilità annunciati ieri dal presidente del Consiglio Renzi e dal ministro dell’Economia Padoan. «Dopo anni di tagli – ha detto il ministro dei beni culturali Franceschini – saranno stanziati 150 milioni nel 2016, 170 nel 2017, 165 dal 2018. Il bilancio del Mibact aumenta dell’8% nel 2016 e del 10% nel 2017». L’Art Bonus sarà stabilizzato e reso permanente al 65%. Il tax credit per il cinema e l’audiovisivo aumenta di 25 milioni, 30 milioni andranno al funzionamento di archivi, biblioteche e istituti del Mibact.

*** Dal blog Il Quinto Stato: E se Renzi assumesse 500 ricercatori per farli fuggire all’estero? ***

Sull’università si parla di un piano straordinario per assumere mille ricercatori («tipo A») all’anno, l’annullamento dei tagli di Tremonti attraverso il rifinanziamento di 150 milioni nel 2016 (190 nel 2017, 200 nel 2018). Previsto un cambiamento dei criteri per attribuire il «fondo premiale» agli atenei. Non sarà più determinato su 3/5 della valutazione della qualità della ricerca (Vqr) e 1/5 sulla base del «reclutamento», ma su 3/5 di queste voci e 1/5 sui risultati della didattica. Questa discussione sui criteri avviene mentre sindacati e associazioni (dalla Flc-Cgil alla Rete 29 aprile agli studenti di Link e Udu)universitarie protestano contro la Vqr: «Ha marginalizzato la missione della didattica – scrivono – trasformando le nostre comunità di ricerca in falangi armate della logica “publish or perish” e “publish and kill”. In pochi sopravviveranno a questa guerra del tutti contro tutti». Il sistema della valutazione dell’Anvur, questa è la denuncia, è permesso di usare la «parola d’ordine del merito per giustificare una brutale riduzione del finanziamento, la progressiva desertificazione universitaria in varie aree del paese, la cancellazione del diritto allo studio». La protesta chiede lo sblocco totale del turn-over, la fine del prolungamento selettivo del blocco degli scatti di anzianità, «fondi premiali aggiuntivi» e valorizzazione dell’attività didattica. In attesa dell’ufficializzazione della risposta da parte del governo, i promotori della protesta parlano di una larga adesione che «metterà in discussione la partecipazione delle università alla Vqr 2011-2014».

Nel frattempo continuano le critiche rispetto ai 500 ricercatori assunti dall’estero. «Un tornero internazionale» lo definisce la Flc-Cgil: «sulla base della ridicola idea che l’eccellenza e la qualità possano prescindere dal funzionamento del sistema». Il «gruzzoletto» di 50 milioni «non scalfisce la carenza d’organico» che avrebbe bisogno di recuperare i 20 mila docenti persi in dieci anni a causa dei tagli e l’espulsione di oltre 50 mila precari (il 97%). L’annuncio dei mille ricercatori di «tipo A» non soddisfa il sindacato: «è insufficiente, si tratta di posizione temporanee e saranno usate per tappare i buchi della didattica». Serve un «piano straordinario di almeno 6 mila ricercatori e professori associati all’anno per i prossimi 4 anni», oltre lo sblocco del turn over.

Caldo è il fronte degli studenti che ieri hanno protestato per l’assenza di misure per il diritto allo studio. Ieri il blitz «#siamoincredito» della Rete della conoscenza a Bankitalia per preparare la manifestazione contro la povertà «Miseria Ladra» di Libera sabato a Roma. «Le assunzioni nella ricerca sono del tutto insufficienti» sostiene Riccardo Laterza (Rete della conoscenza). «Non ci sono risorse per il diritto allo studio e ulteriori investimenti sul Fondo per gli atenei» sostiene Jacopo Dioniso (Udu).