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Legge di bilancio, i mercati hanno già i fucili spianati: «Il governo gioca con il fuoco»

Legge di bilancio, attesa nervosa L’ora della propaganda sta per scadere, da ora in poi contano fatti e numeri

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 5 agosto 2018

«Vuole sapere come la penso? Questo governo sta giocando con il fuoco. Gli investitori europei e extraeuropei hanno acceso i riflettori sull’Italia e non si accontenteranno delle dichiarazioni tranquillizzanti di Luigi di Maio o di Matteo Salvini. Gli operatori finanziari sono abbastanza scaltri e non badano granchè alle manovre di palazzo della politica e se scoprissero che l’Italia gioca al bluff sulla Flat Tax e sul reddito di cittadinanza sarebbero guai seri. La speculazione si scatenerebbe a livelli impensabili. Altro che 2011! Non è un caso che lo spread non sia mai sceso sotto la soglia dei 230 punti e che venerdi abbia toccato i 270 punti. È una sorta di tregua armata. Questo il ministro Tria lo sa bene». Il broker milanese, che per motivi professionali preferisce l’anonimato, esprime bene il sentiment che circola nella comunità degli affari a proposito della manovra finanziaria che il governo Salvini-Tria-Di Maio si appresta a confezionare all’interno della legge di bilancio.

Il nervosismo dei mercati che ha caratterizzato la scorsa settimana è un dato di fatto: l’ondivago ministro Tria, messo sotto pressione dai due vice presidenti del consiglio, non ha per nulla tranquillizzato le casematte della finanza internazionale e dunque la settimana che si apre sarà decisiva. L’ora delle promesse e della propaganda sta per scadere e da questo momento conteranno soltanto i fatti e i numeri. Ormai tutti sanno che l’accoppiata Flat-Tax e Reddito di Cittadinanza costa dai 70 agli 80 miliardi ma nessuno del governo ha ancora indicato le fonti di finanziamento. Non basta. I numeri che arrivano dalla macroeconomia non sono per nulla rassicuranti.

L’ultimo quadro macroeconomico tendenziale contenuto nel Def indicava il deficit tendenziale allo 0,8% il prossimo anno e all’1,8% nel 2018, ma il rallentamento del Pil grava già sull’aggregato per circa 2,5 miliardi e l’aumento dello spread tra BTp e Bund, che venerdi’ ha toccato i 270 punti, per circa 5 miliardi. Secondo fonti finanziarie ben accreditate, gli spazi di manovra «in deficit» si sono ridotti ulteriormente e flat tax e reddito di cittadinanza potranno essere solo avviate, contando per quest’ultimo sull’utilizzo di risorse dal Fondo sociale europeo. Al termine dell’incontro di ieri il ministro dell’Economia Giovanni Tria si è detto soddisfatto per l’accordo che consentirà di rispettare gli obiettivi di bilancio illustrati in Parlamento: non compromettere il percorso di riduzione del deficit e debito, rinviando tuttalpiù il timing per il pareggio strutturale ma i mercati restano guardinghi. E l’allarme lanciato dal Corsera su un possibile aumento dell’Iva come fonte di finanziamento di Flat-Tax e reddito di cittadinanza non aiuta. A questo proposito la Confcommercio è stata chiara: «In un quadro segnato da crescenti tensioni per i titoli di Stato italiani, conforta quanto dichiarato dal Ministro Tria, a conclusione del vertice sul l’impostazione della prossima Legge di bilancio, sottolineando la compatibilità tra obiettivi del bilancio pubblico ed avvio di flat tax e reddito di cittadinanza».

Dopo questo gesto di ottimismo verso il governo Confcommercio arriva al punto cruciale: «Rispetto alle ipotesi tecniche tornate a circolare in merito ad un parziale aumento delle aliquote Iva, finalizzato all’avvio del primo modulo della flat tax, Confcommercio ribadisce la sua ferma contrarietà ad ogni ipotesi di scambio tra aumento delle imposte indirette e riduzione delle imposte dirette». Infatti – prosegue la nota – si tratterebbe di uno scambio con effetti fiscalmente regressivi a carico dei livelli di reddito più bassi e con un impatto depressivo sui consumi interni in una fase di evidente rallentamento della crescita del Pil del nostro Paese.

Insomma, l’Italia ha bisogno di una riduzione netta della pressione fiscale a carico di famiglie ed imprese e non di scambi di prelievo fiscale tra imposte dirette e indirette. «Per queste ragioni – conclude Confcommercio – ci attendiamo che, con la prossima Legge di bilancio, il Governo dia coerentemente seguito agli impegni assunti ai più alti livelli politici – peraltro scritti a chiare lettere anche nel contratto di Governo – circa il definitivo blocco degli aumenti Iva previsti a legislazione vigente».

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