Una corsa contro il tempo per evitare l’esercizio provvisorio. Nonostante fosse chiaro da settimane che la legge di bilancio avrebbe avuto solo due letture, con il senato costretto ad approvare quanto deciso alla camera, i tempi si sono dilatati e solo oggi arriverà il voto di approvazione definitiva a Montecitorio. Il tutto naturalmente a colpi di fiducia per accorciare ulteriormente i tempi.

LA MANOVRA TORNA OGGI nell’aula della Camera alle 10, con il voto finale che è previsto in serata. Si tratta dell’ultimo passaggio nell’aula di Montecitorio. Da lunedì la legge di Bilancio si sposterà in senato, dove andrà approvata in fretta e blindata.

Lunedì alle 16 i presidenti dei gruppi di palazzo Madama si riuniranno per decidere il programma dei lavori. La commissione Bilancio è già convocata per le ore 15 e per le 18,30, pronta ad incardinare il provvedimento, una volta che sarà trasmesso da Montecitorio. Il testo approvato dalla Camera dovrebbe arrivare in aula martedì 29, mercoledì 30 al massimo, per ottenere – anche qui con la fiducia – il via libera definitivo.
Mai il parlamento aveva dovuto approvare una manovra in tempi così stretti. Il testo era approdato alla Camera con un mese di ritardo, a metà novembre. In commissione Bilancio c’è stata una vera e propria corsa contro il tempo per trovare un compromesso sulle varie misure. Il primo via libera di Montecitorio è arrivato con il voto di fiducia del 23 dicembre. La Legge di Bilancio è passata con 314 voti a favore, 230 contrari e 2 astenuti.

Adesso tutto si concluderà in un arco di 48 ore. Dopo la pausa di Natale, infatti, i deputati si riuniranno in aula inusualmente oggi, di domenica. La giornata inizierà alle 10, con l’esame degli ordini del giorno e, a partire dalle 19, le dichiarazioni di voto dei partiti. Il voto finale dovrebbe arrivare intorno alle 20.30. A quel punto il testo passerà al Senato il giorno dopo. Lunedì 28 dicembre, Palazzo Madama avrà solo il tempo di un’approvazione formale. Senza che Italia Viva faccia mancare il suo Sì.
Intanto, dopo l’approvazione e le divisioni sul Milleproroghe approvato dal consiglio dei ministri il 23 con le divisioni fra i partiti della maggioranza, si affilano di nuovo le armi sul Recovery Plan con il premier Conte che non intende mollare sulle sue prerogative, mentre Renzi continua ad alzare la posta.

SUI CONTENUTI DEL RECOVERY Plan una quadra è possibile: i fondi sulla sanità, su richiesta praticamente di tutti i partiti, saranno sensibilmente aumentati anche per aggirare la trappola del Mes che Iv, se decidesse virare definitivamente verso la crisi, potrebbe portare in Parlamento da un momento all’altro, magari proprio in occasione del voto sul Recovery Plan. I 52 progetti del testo potrebbero essere ulteriormente razionalizzati anche perché sia Conte sia il ministro degli Affari Ue Enzo Amendola vogliono un numero ristretto di misure ma che siano davvero capaci di cambiare il Paese. Entro lunedì sera M5S, Pd, Iv e Leu dovrebbero inviare le proprie proposte a Palazzo Chigi. Poi, nel giro di una manciata d’ore, Conte potrebbe convocare un tavolo risolutivo. Entro il 30, massimo 31 dicembre, nei piani del governo il Cdm dovrebbe approvare il Recovery Plan, che a gennaio approderà in Parlamento. E lì Conte si potrebbe giocare il tutto per tutto arrivando, chissà, anche a chiedere nuovamente la fiducia alla sua maggioranza. Il nodo task force non entrerà invece nel testo sul quale il Cdm è chiamato a dare il via libera. La cabina di regia, così come era stata pensata dal premier, di fatti non c’è più. Nell’organo potrebbero finire i rappresentanti della maggioranza mentre sui 6 top manager il veto di Iv è fermissimo.

BUONE NOTIZIE INVECE dal fronte del Cashback, l’iniziativa del governo per favorire l’uso del contante e gli acquisti nei negozi fisici avrebbe fatto crescere la spesa del 50% e del 18% i pagamenti.

Sono i primissimi numeri che arrivano da Satispay, una delle app di pagamento con cui è possibile accedere ai rimborsi del governo per gli acquisti senza contante. E indicano che tra l’8 e il 21 dicembre, nei primi giorni di avvio del programma, gli 1,4 milioni di utenti attivi sulla piattaforma Io hanno speso di più e con più operazioni rispetto allo stesso periodo del 2019. Si tratta di una prima indicazione che riguarda solo una parte degli iscritti. I dati ufficiali del governo, diffusi il 21 dicembre, mostrano che le persone registrate al programma, sull’app Io o su altri canali, sono complessivamente oltre 5,3 milioni. Sono oltre 22 milioni i pagamenti registrati nel programma, e comportano diritti di rimborso effettivi già maturati per 37 milioni di euro.