Il Tribunale costituzionale spagnolo respinge quasi tutti i ricorsi presentati da socialisti, Izquierda plural (oggi in Unidas podemos) e altri partiti contro la legge-bavaglio («Legge della sicurezza cittadina») voluta dal Pp nel 2015.

Gli alti magistrati hanno stabilito che otto dei nove articoli messi in discussione dai partiti che oggi non sono più all’opposizione rispettano spirito e lettera della costituzione, nonché i trattati internazionali. In particolare, basandosi su una analoga sentenza del tribunale europeo dei diritti umani di Strasburgo di febbraio, considera che le cosiddette «devoluciones en caliente», cioè la restituzione immediata dei migranti che superano la frontiera terrestre a Ceuta e Melilla (le due enclavi spagnole in territorio africano) sono legali, sempre che si effettuino sotto controllo giudiziale e rispettando i trattati internazionali, tutelando i migranti «vulnerabili», come le donne incinta, i minori, o le persone anziane, e senza precludere la loro possibilità di ricorrere alla giustizia.

Il che, come si è affrettata a puntualizzare l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati e molte organizzazioni umanitarie, non è quello che accade oggi: i migranti che, a prezzo di indicibili sofferenze, riescono a superare le lame affilate delle alte recinzioni, vengono immediatamente riaccompagnati dall’altra parte, senza nessuna identificazione, né interpreti, né possibilità di chiedere asilo, come indicano gli accordi internazionali. «Il Tribunale costituzionale ha vietato il modo di esecuzione delle “restituzioni in caldo” che così reiteratamente hanno praticato i diversi governi, compreso l’attuale, nelle recinzioni di Ceuta e Melilla», hanno scritto 80 ong in un comunicato congiunto.

Unidas Podemos ha fatto sapere che «il governo deve elaborare con urgenza un procedimento di respingimento che permetta analizzare ogni caso, rispettare i diritti umani alla frontiera e dare una accoglienza degna alle persone appena arrivate», mentre la ministra degli esteri Arancha González Laya ha assicurato che «la Spagna continuerà a effettuare le restituzioni in accordo con la legge».

L’Alto tribunale ha anche respinto che il divieto di manifestazione davanti al parlamento per impedirne il funzionamento sia incostituzionale, così come le perquisizioni (sempre che si basino su «indizi razionali» che si stiano portando oggetti per commettere un delitto) che possono portare a spogliare la persona indiziata, e accettano che si consideri infrazione grave l’occupazione della via pubblica senza permesso delle autorità (una norma che sanziona la vendita ambulante). L’unico punto dichiarato incostituzionale è la proibizione di usare le immagini delle forze di polizia perché i magistrati la considerano una censura preventiva proibita dalla costituzione, che prevede il diritto all’informazione. Quindi, almeno, fine della requisizione arbitraria di macchine fotografiche e della proibizione di filmare durante le manifestazioni sulla via pubblica. Però è ancora vietato pubblicare e diffondere filmati di azioni della polizia.