Il penultimatum non è scaduto. Che Flavio Tosi fosse un osso duro in via Bellerio lo sapevano tutti. Deve essere stata più sofferta del previsto la decisione del Comitato disciplinare di garanzia della Lega Nord riunito ieri fino a sera. Non si spiega altrimenti l’interminabile giornata a porte chiuse per decidere come procedere nei confronti del sindaco ribelle di Verona. L’unica decisione presa è che si deciderà oggi. Forse. Le diplomazie sono ancora al lavoro. Si temporeggia per non lacerarsi. E dire che per come si sono messe le cose ci sarebbe poco da discutere, vista l’indisponibilità di Tosi a piegarsi al diktat di Salvini, che a sua volta non cede di un millimetro. Tosi aveva una settimana di tempo per sciogliere la sua Fondazione e non l’ha fatto. Non solo. Avrebbe dovuto accettare il commissariamento della Liga Veneta e invece ha ritenuto irricevibile quel commissario spedito da Milano per «aggiustare» le liste per le regionali di maggio. In più, va ripetendo che in caso di espulsione potrebbe candidarsi con una sua lista centrista contro il governatore Luca Zaia. Salvini ieri non ha aperto bocca, miracolo. Oggi dovrà decidere.